Il tema dei Navigli è di grande attualità per Sala e l’attuale Giunta. Il dibattito apertura sì-apertura no sembra uno spot, un’occasione per risvegliare la nostalgia dei milanesi che sognano suggestioni perdute, senza le valutazioni di fattibilità, senza una verifica sull’impatto alla viabilità. Con il solito sogno di grandeur che solletica l’ambizione e non tiene conto della realtà. E di realtà si tratta quando i Navigli squadernano il degrado, la sporcizia, la sciatteria. Ma se Sala non riesce neppure a conservare decorosamente l’esistente, dove vuole andare con la riapertura?
Scrive Urbanfile “..spesso ci capita di essere in zona Navigli, specie lungo il Naviglio Grande, e ci domandiamo come sia possibile che un luogo così carico di fascino e importanza per la città, come se fosse la Senna o il nostro Tevere (Milano non ha fiumi in pratica -escludendo l’Olona, il Seveso e il Lambro che si trovano in periferia) con le dovute proporzioni, debba essere così sciatto e degradato.
Il Comune e il Consorzio Villoresi, che si occupano di questo canale, apparentemente pare non abbiano le risorse per mantenerlo.
Che poi, basterebbe veramente poco, come quello di stipendiare un “guardiano” che ogni giorno si faccia il giro dei due canali (anche il Pavese) nell’area comunale, per mantenere le sponde e le ringhiere pulite e ordinate.
Ed invece, le sponde del Naviglio sono un disastro: piante selvagge, cespugli che intrappolano ogni genere di sporcizia (bottiglie, sacchetti, e bicchieri, di vetro e plastica).
Come se non bastasse, le piante di ailanto, olmo e qualche bel fico stanno invadendo come sempre (succede ogni anno) le sponde del Naviglio Grande e Pavese.
Magari sono belle a vedersi, certo più verde non fa mai male, ma il fatto è che questi alberi se lasciati crescere rischiano di far crollare le sponde del canale come è già avvenuto alcune volte.”
Per le foto descrittive si rimanda a Urbanfile
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