“La scuola pubblica, che dovrebbe essere il motore dell’uguaglianza e dell’inclusione sociale, d’estate non può più prendersi il lusso di una vacanza.”. Così l’Espresso. Sto leggendo, per lavoro il decreto solidarietà, fa caldo, è una giornata difficile e poi arrivano loro. I compagni. Quelli per cui non è estate se lo Stato rilascia i bambini. No, per niente. Ci vogliono i campi scuola statali. Gratis. Perché sennò c’è esclusione sociale. E niente, è Pavloviano. Se manca l’istituzione pubblica il bambino non avrà mai il futuro radioso che ha sostituito il Sol dell’Avvenire. Questo articolo è uno spaccato bellissimo del perché la Sinistra non vedrà il governo per lungo, lungo tempo.
“Se da una parte le scuole anno dopo anno si dicono di guardare al futuro, fra inglese, LIM e progetti di digitalizzazione di diverso tipo, dall’altra il modello che fa da sfondo a tutto questo è lo stesso degli anni Settanta, dove il grosso sottointeso di questo scenario di cartapesta era ed è il lavoro della donna, che nel 39 per cento dei casi è un part-time.”. No capiamoci: non si era detto che il lavoro della donna era una bella cosa? Non si era detto che senza non si sarebbe evoluta la società? Evidentemente, scopriamo, non è così.
Comunque l’intero articolo si muove lungo una linea schizofrenica: come fanno le famiglie in cui lavorano in due, quelle in cui manca uno dei due, quelle in cui lavora solo uno (e l’altro? Non potrebbe prendersi cura del pupo?) o quelle con un part time (quindi con il problema che si pone solo mezza giornata) a star dietro alla prole? Dubbi che non trovano risposta. Così come non trova risposta la domanda delle domande: ed il resto della famiglia? Tutti soli, in questa città? Cioè, io da immigrato, sono effettivamente solo. Ma immagino che qualcuno con i genitori qui ci sia ancora. I miei genitori lavoravano quando ero piccolo, ed io stavo con i nonni. Magari non tutti li hanno tutti e quattro in vita, ma qualcuno ci sarà, no?
Evidentemente no. Per i compagni la famiglia non è la soluzione, a meno che non si parli di diritti dei gay. Tra l’altro i conti sono allucinanti, si prendono medie nazionali e si applicano ai due mesi. Sani. Evidentemente le ferie non si sa cosa siano. E poi, ragazzi, alcuni, lo diciamo sottovoce, NON HANNO UN’OFFERTA FORMATIVA. Cioè, state dicendo, così, senza preavviso, che qualcuno d’estate vorrebbe che i propri figli giocassero e si distraessero?! E l’ONU, l’ONU cosa ne pensa? Lasceremo che i figli dei poveri possano vivere un’infanzia felice?! Io non credo che tutto questo sia umano. E voi? Ma soprattutto, continuando con queste manfrine, secondo voi, i compagni rivedranno mai il Governo?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,