Lunedì 9 luglio, alle ore 20.30, Milano Arte Musica propone il primo appuntamento dedicato alle trascrizioni. Il M° Marco Scorticati presenta per la prima volta le trascrizioni dei Concerti op. 6 di Corelli “curiously fitted and contriv’d for the Flutes”, per un ensemble di cinque elementi, l’Estro Cromatico.
Le invenzioni sonore di Arcangelo Corelli, rappresentarono un sound ineludibile nell’orizzonte musicale dell’Europa del primo Settecento. Già all’indomani della morte nel 1713, Corelli venne recepito come campione indiscutibile d’un magistero strumentale esemplare: un mito alimentato da una clamorosa fortuna editoriale. Soltanto delle Sonate op.V uscirono nel 1800 ben 35 ristampe. In Inghilterra prese piede una vera idolatria: scriverà Richard North nel 1728 che l’arrivo della prima raccolta a stampa di Corelli «spazzò via qualsiasi altro tipo di musica». Attivo sin dal 1675 a Roma, Corelli era già circonfuso in vita d’una stima che lo portò all’accoglienza nell’Accademia dell’Arcadia in qualità di «insigne maestro di violino e compositore di sinfonie». L’attività del «novello Orfeo», come lo definì Angelo Berardi nel 1689, sarebbe culminata nel servizio, esteso per un quarto di secolo come primo violino e direttore dei concerti del cardinale Pietro Ottoboni presso il Palazzo della Cancelleria: servizio caratterizzato da un sodalizio umano profondo col mecenate amico, come da attività e produzione musicale imponenti. Nel 1695 un viaggiatore inglese registrava che Corelli «suona ogni notte dal Cardinale, e non potrebbe certo esserci nulla di più bello».
Di Corelli questo concerto propone il volto più maturo, compendio di un’intera carriera, le ultime due raccolte a stampa che sanciscono il punto d’arrivo della sonata (l’op. V, licenziata il 1° gennaio 1700) e del concerto (l’op. VI, 1714, postuma, preparata nell’ultimo lustro, ma frutto d’un quarto di secolo di lavoro), sorta di monumento a un’attività musicale esuberante. La bellezza che promana da queste pagine rende conto dell’immagine che ebbero di Corelli i contemporanei, tra cui Sofia Carlotta, elettrice di Brandeburgo, e Giovanni Guglielmo, principe palatino del Reno, illustri dedicatari delle due raccolte in questione: quella di un Classico, di un ideale di equilibrio e gusto, di un’arte elegante la cui suadente cantabilità dall’aristocratica sprezzatura, già mirabile nella straordinaria qualità dei bassi, si effonde parimenti nel terso lirismo degli Adagi così come nei congegni serrati e avvincenti dei tempi di danza.
Il medium attraverso il quale ci raggiunge l’arte di Corelli risulterà forse inconsueto per l’ascoltatore odierno: non il timbro degli archi, ma quello del flauto, secondo una prassi ordinaria in un’epoca in cui l’individuazione d’un timbro specifico non era vincolante. Il nostro caso rientra in quegli adattamenti, di cui editori inglesi come il celebre e fortunato John Walsh erano veri specialisti, in grado di mettere a disposizione del pubblico di professionisti ed appassionati, partiture «Curiously Fitted and Contriv’d» per ogni sorta di organico, tra cui spicca la classica sonata a tre per due flauti e basso continuo. Tale è, ad esempio, la destinazione di raccolte come i Six Concertos for two Flutes and a Bass with a Thorough Bass for the Harpsicord Neatly Transpos’d from ye great Concertos of Arcangelo Corelli, o le Six Sonatas for two Flutes and a Bass by Arcangelo Corelli Collected out of ye Choicest of his Works and Carefully Transpos’d and Contriv’d for two Flutes and a Bass for whole fairly Engraven Note, entrambe del 1730 ca. Adattamenti simili presentano un livello variabile di fedeltà alla fonte, di cui in ogni caso conservano l’originalità di una cifra stilistica, come nel caso di Corelli, perfettamente riconoscibile, mettendo al contempo in evidenza qualità espressive legate al nuovo timbro. È quanto accade, ad esempio, col Concerto n. 8 “fatto per la notte di Natale”, derivato probabilmente da una pagina composta per il Natale 1689 o 1690, cui il sapore pastorale dei flauti calza a meraviglia, così come sta a pennello nella musette incastonata nel Concerto in re minore del “fratello minore” di Corelli, Georg Friedrich Händel (o George Frideric Handel come prese a farsi chiamare con la naturalizzazione inglese). I due musicisti si frequentarono nella Città eterna nel 1707/08, alla vigilia del ritiro dalla vita pubblica di Corelli, che fece in tempo a eseguire entrambi gli oratori romani del collega tedesco e ad affibbiargli, con una battuta passata alla storia, quel soprannome di “caro Sassone” ben presto acquisito nella storiografia handeliana. L’accostamento tra queste due voci, distanti una generazione ma in perfetta continuità, è pienamente giustificato dall’aria di famiglia che ne accomuna tanto le sonate quanto i concerti: quello handeliano, d’altra parte, trascrizione dell’op. VI n. 10 (1739), è esattamente l’omaggio, sia sul piano creativo che su quello editoriale, a un’altra op. VI: i Concerti grossi corelliani, all’epoca già una leggenda.
BIGLIETTI 9 luglio posto unico 15 €
Vendita sul posto, secondo disponibilità, 40 minuti prima di ogni concerto; in sede presso la segreteria parrocchiale di S. Maria della Passione (via Conservatorio 16) dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00; online (con diritto di prevendita): Circuito Vivaticket www.vivaticket.it
INFORMAZIONI
Associazione Culturale La Cappella Musicale – via Vincenzo Bellini 2 – tel e fax 02.76317176 -e-mail mail@lacappellamusicale.com – sito www.lacappellamusicale.com
PROGRAMMA
Arcangelo Corelli Concerto grosso Op. 6 n. 4 in fa maggiore per due flauti e b.c.
(1653-1713) Adagio – Allegro – Adagio – Vivace – Allegro, Allegro
Georg Friedrich Händel Sonata in sol minore à flauto e cembalo
(1685-1759) Larghetto – Andante – Adagio – Presto
Arcangelo Corelli Concerto grosso Op. 6 n. 8 “fatto per la notte di Natale” in sol minore per due flauti e b.c.
Vivace, Grave – Allegro – Adagio, Allegro, Adagio – Vivace –
Allegro, Pastorale (Largo)
Arcangelo Corelli Concerto grosso Op. 6 n. 9 in fa maggiore per due flauti e b.c.
Preludio. Largo – Allemanda. Allegro – Corrente. Vivace – Gavotta. Allegro – Adagio – Minuetto. Vivace
Sonata Op. 5 n. 7 in sol minore per flauto e b.c.
Preludio. Vivace – Corrente. Allegro – Sarabanda. Largo – Giga. Allegro
Georg Friedrich Händel Concerto in re minore per due flauti, violoncello e b.c.
(arr. M. Scorticati)
Largo – Allegro – Musette – Allegro
BIOGRAFIE
L’ensemble Estro Cromatico nasce nel 2000 a Milano dall’interesse dei suoi giovani musicisti verso la musica strumentale del Seicento e del Settecento.
I suoi componenti svolgono attività concertistica e collaborano con alcuni dei maggiori gruppi barocchi fra i quali Il Giardino Armonico, Accademia Bizantina, Europa Galante, Ensemble Zefiro, Le Concert des Nations, Ensemble 415.
Flauto I Marco Scorticati
Flauto II Sara Campobasso
Violoncello Michela Gardini
Tiorba Evangelina Mascardi
Clavicembalo Davide Pozzi
Con il clavicembalista Davide Pozzi ed Estro Cromatico ha registrato il CD Son d’Amore (Stradivarius, 2014), che propone le sonate per flauto dolce di Händel in un inedito confronto con trascrizioni strumentali di arie operistiche e concerti grossi dello stesso autore.
Ha insegnato flauto dolce presso il Conservatorio di Bari (2011-‘14) e il Conservatorio di Trento (2015 e ‘16). Attualmente insegna presso il Conservatorio di Cosenza e quello di Roma.
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.
Ho in mano il CD A. Corelli Solos and Concertos Fitted for the Flutes registrato da Estro Cromatico.
Il primo è il Concerto Grosso Op.6 N°4 in FA MAGGIORE.
Con lo stesso numero (Op.6 N°4) viene registrato solo un concerto in RE MAGGIORE.
E’ possibile avere una spiegazione? Grazie