Assolto perché il “fatto non sussiste”, questa la sentenza che ha visto protagonista Maurizio Belpietro, a processo a Milano per “vilipendio” verso coloro “che professano la religione islamica”. La motivazione dell’accusa era l’aver pubblicato, l’8 gennaio 2015, sulla prima pagina di Libero, giornale di cui era direttore, una foto che mostrava l’attacco terroristico al settimanale satirico Charlie Hebdo a Parigi accompagnata dal titolo ‘Questo è l’Islam’.
La decisione è stata presa nel pomeriggio di ieri da Ombretta Malatesta, giudice monocratico del Tribunale di Milanoc, non accogliendo la richiesta del pm Piero Basilone di condannare il giornalista a una multa da 7.500 euro. Il pm contestava inoltre al direttore de ‘La Verità’ l’aggravante di “avere commesso il fatto per finalità di discriminazione e di odio religioso”, nonché la violazione della legge Mancino che punisce “discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
Da questi reati Belpietro era già stato assolto nel dicembre 2017 per il famoso titolo “Bastardi islamici”.
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