Complotti fantastici e dove trovarli: Di Maio contro i suoi demoni interiori

Attualità

Chi ha osato? Chi si è permesso di mettere nero su bianco la verità? Qualcuno la pagherà, ah se la pagherà. Certe cose si possono sapere, ma mai, per alcuna ragione vanno dette. Questi devono essere stati i pensieri del Ministro Di Maio quando LUI, scusate il maiuscolo, ma è importante, quando LUI ha deciso di far divenire ufficiale la relazione che descrive la perdita di ottomila posti di lavoro all’anno grazie all’idiozia conosciuta al mondo come il decreto dignità.

La cosa è andata così: la prima relazione non convinceva nessuno. Come poteva esserci una somma zero tra contratti non rinnovati e posti di lavoro a tempo indeterminato creati? Così qualcuno, un eroe civile di cui forse mai sapremo il nome, ha fatto quello che ogni eroe civile fa: ha detto no alla follia. Ed ha rimandato indietro la relazione tecnica. Che è stata riscritta. Ed è stata messa nero su bianco la verità: questa riforma del lavoro sarà pagata dai precari. Eliminerà il precario sterminando i precari.

Ovviamente la cosa è stata notata dallo staff di Di Maio. Che però aveva fretta. Andava coperto Salvini che stava ottenendo troppi successi mediatici (di quelli reali potremmo parlare in altra sede). Quindi via, al Quirinale. E poi ci penseremo. Purtroppo, il poi arriva sempre. Ed oggi è qui. Su tutti i giornali i numeri rimbalzano. E dai giornali saltano di casa in casa. Nei gruppi di giovani che saranno falciati. Tra le madri che resteranno disoccupate. E tutti a domandarsi cosa ci sia di degno nel chiedere il sussidio di disoccupazione. Per tutto questo serve un colpevole. L’eroe va cacciato, trovato, mostrato alla folla ed umiliato. L’untore, vero, presunto, sognato o scovato, è la soluzione al problema: non ci saranno 8000 disoccupati in più. Solo uno. Chi ha scritto quel numero. E tutto si sistemerà. Giusto?

No, ovviamente. I disoccupati non verranno creati dai numeri scritti su un pezzo di carta. Sono la diretta conseguenza dell’ideologia applicata al mercato, ricetta sicura e testata per il fallimento di ogni nazione. Ma a Giggino non interessa. Ha fretta. Deve ottenere qualcosa. Qualsiasi cosa. Purché sia. L’estate del delirio è ancora lunga davanti a noi. E di temporale in temporale, chiede soluzioni a problemi veri o irreali. E così Giggino corre. Che sia verso il baratro non lo preoccupa. L’importante è non fermarsi. Altrimenti la realtà potrebbe prenderti.

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