Riportiamo l’intervento di Aspesi sulla riapertura dei Navigli.
Milano è l’unica vera grande metropoli italiana, l’unico hub europeo di cui dispone l’Italia. Lo è da sempre, lo è ancor più chiaramente dopo Expo. Deve quindi guardare al futuro, non al passato. Deve favorire in tutti i modi la sua accessibilità, non ostacolarla. Visto che ogni giorno raddoppia la sua popolazione con gli ingressi quotidiani e, considerati anche gli stranieri e gli italiani non residenti che vi lavorano stabilmente (creativi, top-manager e professionals, artisti, docenti universitari, ricercatori, sportivi ecc.), il dato complessivo è che meno della metà della popolazione reale di Milano è iscritta alle sue liste anagrafiche.
Sono moda, cultura, ricerca, finanza e servizi avanzati che fano la differenza da qualsiasi altra città italiana e collocano Milano vicino a Londra e Parigi e ai protagonisti di questi settori va offerta agibilità e fluidità, non strade bloccate per anni o addirittura eliminate per sempre. E tutto questo solo per favorire alcuni segmenti di residenti dell’area C, una piccola fascia della popolazione (forse nemmeno tutti d’accordo).
Bene quindi la battaglia fatta per l’EMA che potrà ripetersi per altre agenzie europee, no alla riapertura di piccoli tratti di navigli in centro, inutili quanto problematici da gestire anch in termini di salubrità.
L’unico intervento di estensione che potrebbe utilmente essere fatto (a basso costo e enza disagi) è il breve collegamento mancante tra la Darsena e il Naviglio, poche decine di metri che incomprensibilmente non sono stati realizzati per ritardi in vista di Expo-
Federico Filippo Oriana
Presidente Nazionale di Aspesi
Associazione tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare
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