Milano 17 Febbraio – Passa in cronaca, quasi fosse un avvenimento da non commentare, con la prosa asettica e puntuale che il fare cronaca comporta, ma la denuncia della settantaquatrenne (di cui nessuno riferisce il nome), nei confronti di un marito padrone, dopo 40 anni di maltrattamenti e violenze, rappresenta il fallimento, nel 2015, delle tante parole spese a salvaguardia della dignità dela donna. Riferisce Il Corriere: “Per 40 anni ha maltrattato la moglie con violenze fisiche e psicologiche, l’ha chiusa in casa per evitare che incontrasse altre persone, ha provato a farla abortire e a sfregiarla con l’acido. Alla fine è stato arrestato, a 77 anni, per maltrattamenti in famiglia. La polizia è arrivata alle 2.30 di notte in via Paternò, chiamata dalla moglie di 74 anni, sostenuta dalla figlia 36enne che vive ancora in casa con i genitori. La 74enne ha deciso di denunciare per la prima volta il marito dopo che, per l’ennesima volta, il marito l’aveva gettata a terra ferendola ad una mano e rompendole un dente. La donna non lo aveva mai denunciato, anche quando, incinta, era stata reclusa e costretta a fare lavori pesanti fino al nono mese di gravidanza….. Ha riferito agli agenti di essere vittima di maltrattamenti sia fisici sia psicologici da oltre 40 anni. Il marito la chiudeva in casa, togliendole gas e luce per evitare che avesse rapporti con altre persone. Anche quando era in attesa della figlia, era obbligata a fare lavori di casa pesanti, nonostante il pancione. Da dieci anni la donna dormiva sul divano, attrezzata con una bacinella, perché il marito sosteneva che lo avrebbe disturbato andando in bagno.” L’uomo, al momento dell’arresto guardava tranquillamente la televisione, evidentemente in pace con se stesso, per nulla turbato o pentito. Perché l’uomo è uomo, l’uomo deve dimostrare la sua forza, deve sottomettere la donna anche se deve ricorrere alle botte e agli insulti. Strana mentalità che dimostra soltanto l’estrema povertà mentale, l’insensibilità più aberrante, la mediocrità assoluta. Ma c’è da chiedersi: come possano sopravvivere anche oggi uomini bestiali di questo genere. E come, d’altronde occorre osservare, come la pazienza e l’asservimento di una donna possano essere lunghi 40 anni? Paura di non saper vivere e sopravvivere da sola? Troppo amore per una persona a cui si è promesso fedeltà nel bene e nel male? E quindi 40 anni giustificando, senza ribellarsi, facendo tacere dignità e sacrosanti diritti? Inspiegabile e inqualificabile.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano