Ilva di Taranto: per Di Maio gara da rifare. Maria Stella Gelmini “Abbiamo un terribile sospetto…”

Attualità

Dopo la lettera con cui l’Anac ha ratificato la presenza di alcune irregolarità nella procedura di aggiudicazione dell’Ilva di Taranto, gli attacchi di Di Maio al suo predecessore, Carlo Calenda, sono ormai senza freni: parla  di “pasticcio”,  “regole cambiate in corsa”, “leso principio della concorrenza”.

Appare chiaro che, una volta dimostrata l’incapacità di chi l’ha preceduto di portare a termine con regolarità la gara  e con Arcelor Mittal che sta limando il nuovo piano per rilanciare il suo progetto, Di Maio vede le condizioni per prendere pieno possesso del dossier.

Forza Italia non nasconde la sua preoccupazione, come si evince dalle parole di Maria Stella Gelmini, capogruppo azzurro alla Camera “Abbiamo un terribile sospetto: che il ministro Di Maio, prendendo a pretesto la gara, voglia chiudere l’Ilva di Taranto, mandando per strada oltre 14 mila famiglie e mettendo la parola fine a uno degli asset industriali più importanti del nostro Paese. Un atteggiamento irresponsabile che non tiene minimamente conto delle ripercussioni economiche e sociali che potrebbe avere un simile traumatico evento.Ormai sarebbe assurdo fermare la gara e congelare ulteriormente la vicenda. Ilva continua a perdere 30 milioni di euro al mese, 1 milione al guorno, avendo oltre 4mila dipendenti in cassa integrazione.

Dal ministro Di Maio ci aspettiamo soluzioni concrete, al momento il “pasticcio” lo sta causando soltanto lui!”

Le fa eco il deputato di Forza Italia Claudio Pedrazzini “Anche l’Anac di Cantone si rifiuta di fornire alibi al ministro Di Maio che vorrebbe mettere a segno un nuovo autogol ai danni del lavoro e dello sviluppo economico italiano: il vicepremier è stato invitato a non utilizzare i rilievi dell’Anticorruzione per annullare la gara dell’Ilva, che avrebbe come solo effetto quello di far perdurare la crisi di un settore strategico come quello siderurgico o, peggio, porterebbe alla chiusura definitiva del polo di Taranto. Se il disegno dei grillini è davvero quello di trasformare in parco giochi un’azienda che dà lavoro a 14 mila persone, Di Maio se ne assuma le responsabilità. Ma non continui a far chiacchiere sulla necessità di assicurare lavoro e welfare agli italiani, quando i suoi provvedimenti concreti, a cominciare dall’irresponsabile decreto Dignità, vanno invece nella direzione di sabotare occupazione e sviluppo”.

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