Non è arrivata in Italia in un barcone, di questo siamo sicuri, oltre all’etnia Rom della vittima. Di tutto il resto, purtroppo per noi e per lei, no. Repubblica ricostruisce così la storia:
I fatti. Secondo quanto ricostruito dai quotidiani veneti, la piccola sarebbe stata strappata alla madre e poi trattenuta in ostaggio a Milano per costringere la donna, una nomade, a procurarsi denaro con il borseggio a Venezia per coprire un debito di gioco di 10 mila euro contratto dall’ex marito.
Il sostituto procuratore Fabrizio Celenza ha indagato per sequestro di persona ed estorsione tre uomini e due donne, di nazionalità serba o bosniaca, risultati irreperibili e che graviterebbero in campi nomadi tra Roma e Milano. Due di essi avrebbero eseguito il rapimento alla stazione di Venezia Mestre, altri due avrebbero trattenuto la piccola in Lombardia. La vittima dell’estorsione ha 33 anni, ha nove figli e attualmente vive in Serbia. Sotto la pressione del ricatto, avrebbe compiuto numerosi borseggi nelle zone turistiche e nelle stazioni di Venezia e Mestre.
Il principale dato, qui, manca: dov’è la bimba, camminante nel vero senso del termine? Perché delle faide tra i clan di questa gente è importante parlare, una volta che la bambina sia al sicuro. E voglio essere chiaro: al sicuro non significa, necessariamente, con gli altri nove disgraziati che fanno parte della sua famiglia. Purtroppo di lei non si sa nulla. È sparita, inghiottita nel buco nero di una cultura di cui sappiamo sempre troppo poco. E che, da destra a sinistra, tutti hanno cercato di scoprire di più. Solo che se a suggerire di censirli è la parte politica sbagliata, partono i linciaggi virtuali. Adesso, con calma e moderazione, chi ha parlato di ingiusta discriminazione dovrebbe spiegare come facciamo a ritrovarla, questa bimba.
Qualche anno fa era alla ribalta il movimento Non una di meno. Femministe fuori tempo massimo, che se la prendevano con la cultura maschilista che permeerebbe l’Italia. Hai mai notato come queste critiche si fermino fuori da certe realtà, tipo quella zingara o camminante, come preferite, evidentemente paghe di invaderne altre? Ecco, care militanti, oggi ce n’è una di meno: è una bambina. Poco altro sappiamo. Ed a quest’ora, Dio non voglia, potrebbe essere morta. Perché tacete?
Ed il popolo dei fan di Saviano, le magliette rosse, gli stay human e tutti i compagni cantanti? Perché tacciono? Non volevano, forse, rompere il muro del silenzio? Forse stanno fermando l’emorragia, forse sono impegnati a mettere lo smalto alle profughe per farle rilassare. Non ne ho idea. Ma vorrei dire anche a loro: c’è una vittima, nomade, che si aggira per l’Italia. Speriamo. Questa vittima ha bisogno anche della vostra voce. Dove siete, di grazia? Oppure dovremo, mestamente, concludere ancora una volta che ci sono bambini più uguali degli altri. Io spero di no. Ma temo, fortissimamente, di sì.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,