Il prezzo del populismo: tolti due miliardi ai Milanesi

Milano

Iniziano i primi passi del Governo del Cambiamento. Per esempio, appena arrivati alle casse, si è deciso di lasciare le periferie Milanesi nel degrado. Questo l’effetto del rinvio al 2020 dei fondi previsti per alcune opere importanti. E, siccome alcuni bandi erano già stati indetti, questo significa sostanzialmente perdere il lavoro precedentemente svolto. Le reazioni non sono ovviamente mancate.

Dichiara Otello Ruggeri, portavoce del Comitato Greco 2.0: “Secondo quanto riferito da Repubblica un emendamento approvato all’interno del Decreto Milleproroghe sospenderebbe per due anni il Piano Periferie approvato dal precedente Governo. Se la notizia corrispondesse al vero sarebbero a rischio alcuni progetti legati al Quartiere Adriano, come l’interramento dell’elettrodotto che lo attraversa, o il prolungamento della metrotranvia 7, ma anche la riqualificazione del tratto di via Padova e via Cambini compresa via Mosso e il Parco Trotter. Ci sembra strano che le scelte della lega romana penalizzino così pesantemente un municipio guidato da un suo rappresentante. Siamo comunque fiduciosi che arriveranno presto delle smentite a confermare il buon lavoro di “Matteo”.

“L’emendamento approvato all’interno del Decreto Milleproroghe, che ha sospeso per due anni il Piano Periferie approvato dal precedente Governo, rischia di penalizzare pesantemente Milano”. Così in una nota Fabrizio De Pasquale, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale commenta il testo del Decreto Milleproroghe. “Ci auguriamo – prosegue De Pasquale – che lo scopo non sia quello di mettere le mani sui fondi precedentemente accantonati per finanziare qualche strampalata proposta grillina.”

Conclude Alessandro De Chirico, vice capogruppo FI a Palazzo Marino: “Ad essere pesantemente danneggiato sarà in particolare il quartiere Adriano che vedrà la quasi totalità dei progetti che lo interessavano rimandati a data da destinarsi. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa una mia ex collega che li ci abita e che ci ha salutati tessendo le lodi di “Matteo” per il buon lavoro fatto”.

È evidente che qualcosa non vada. Lascia perplessi soprattutto un dettaglio: abbiamo un ministro, Erika Stefani, che dovrebbe difendere il referendum sull’autonomia (finanziaria) della Lombardia e poi votano compatti un emendamento che toglie l’autonomia di spesa. Ribattono gli amici Leghisti: abbiamo tolto il patto di stabilità, spendete i soldi accantonati. Sì, tutto giusto. Ma con i fondi STATALI, per una volta, riportavamo sul territorio un po’ di tasse pagate. Ed invece no. I Milanesi continueranno a finanziare l’Italia intera ed indietro non tornerà nulla. Auguriamo all’alleato Leghista non tornino indietro i voti arrivati da molti moderati, magari scottati da iniziative come questa.

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