L’unica impresentabile è la Bindi

Attualità

Milano 30 Maggio – Non intendo difendere De Luca. Anche perché, che mi risulti, non ne ha alcun bisogno. Come ha detto giustamente il presidente Berlusconi, siamo garantisti e lui resta un innocente. E come lui gli altri sedici disgraziati finiti nella lista di proscrizione della Presidente di Commissione più bella che intelligente. Il vero dramma è che in un paese come il nostro ci siano Parlamentari che perdono tempo a controllare l’applicazione di codici di autoregolamentazione. Un passo indietro: i partiti (associazioni private) hanno autonomamente deciso di darsi regole per le candidature. Il che è legittimo. Per non si sa quale diabolico meccanismo, a vigilare su questo regolamento è stata chiamata una commissione Parlamentare. Rendendo la decisione libera e sovrana di un gruppo di privati un affare di Stato. Questo ci costringe a vedere se questo codice abbia un senso. Spoiler: no, non ce l’ha. Non si capisce a cosa serva avere tre gradi di giudizio ed una norma sulla prescrizione se poi basta un solo grado di giudizio, peraltro magari ribaltato in appello con sentenza di assoluzione per prescrizione, per essere “impresentabili”. Termine odioso. E che si attaglia molto meglio ai delatori, agli infami, ai più puri dei puri tipo la Bindi, che a degli onesti cittadini che chiedono il voto a propri pari. Che sono, peraltro, liberi di non darglielo. Libertà che non abbiamo avuto il privilegio di avere quando la Bindi è stata mandata in Parlamento. sulla scorta di una legge incostituzionale. A proposito di presentabilità. Questo atto di pirateria a due giorni dal voto è degno della peggiore tradizione totalitaria, in cui essere innocenti, semplicemente, non prova nulla. Certo, la reazione isterica del Pd sa di ipocrisia lontano kilometri, ma formalizzarsi non cambia il punto: tentare di influenzare il voto con metodi mafiosi non ha scusanti di alcun genere.

Dice il presidente della Corte Costituzionale che questa lista infame non viola la Costituzione. Il che non mi sorprende più di tanto. Non so voi, ma non mi è mai parso che la Più Bella del Mondo si preoccupasse particolarmente della libertà, dell’onore e della sovranità dei suoi sottoposti. Quindi sono certo che mettere all’indice degli innocenti sia perfettamente legale. Anche se questo non cambierà la percezione della politica. Che viene sentita come un furto continuo. E tutto ciò, per essere onesti, è perfettamente vero. E’ la natura stessa dello Stato Sociale: rubare ai produttori per ridistribuire a burocrati, sotto burocrati, agenti di riscossione ed infine ad una ristretta cerchia di amici di amici. Peccato che il concetto non passi, altrimenti potremmo uscire dal ribellismo guascone e inutile di Di Battista per entrare in discorsi più seri. Come, ad esempio, la lotta per ridurre il perimetro dello Stato. Perchè, di fondo, se i soldi che passano per le pubbliche istituzioni fossero un quinto degli attuali, quanti credete che sfiderebbero una campagna elettorale?

In chiusura, io non so chi vincerà in Campania. So solo che avrà davanti cinque anni di delegittimazione e bullismo istituzionale. Sarà una lotta al coltello con Roma per ottenere una agibilità politica che nessuno vorrà veramente dare. Insomma, un Vietnam in cui le vittime saranno i campani e la carnefice avrà un nome ed un volto. Nessuno dei due particolarmente presentabile.