Sequestrarono e rapinarono prete: arrestati

Cronaca

Nel corso della giornata del 17 agosto scorso è stata eseguita, dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Biella, ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Biella, nei confronti dei due autori della rapina e sequestro di persona ai danni del Parroco di Sala Biellese, consumata nel pomeriggio del 6 marzo scorso, richiesta dalla Procura della Repubblica di Biella, a seguito degli inconfutabili elementi acquisiti dagli investigatori.

Il 6 marzo 2018, alle ore 17,00 circa, due uomini, dopo essersi presentati presso la casa parrocchiale di Sala Biellese, hanno chiesto al parroco, Zacchero Gambro don Giovanni, di poter entrare in chiesa al fine di ricercare il portafoglio dell’uomo più giovane, asseritamente smarrito durante una precedente visita. Nella circostanza è stata, pertanto, effettuata un’ispezione in chiesa, unitamente al prelato, con esito negativo.        

Dopo qualche ora i medesimi si sono ripresentati dal prelato, richiedendo di lasciargli il proprio recapito cellulare, da utilizzare qualora il menzionato portafoglio fosse stato rinvenuto successivamente. Nella circostanza il sacerdote ha consegnato ad uno dei due un block notes, sul quale è stato annotato un recapito fittizio e, nel frangente di riconsegnargli il documento, entrambi lo hanno aggredito violentemente, facendolo rovinare a terra, immobilizzandolo con percosse, legandogli le mani con una corda, impossessandosi del suo portafoglio, nonché del cellulare, conducendolo in una camera, ove gli hanno immobilizzato anche i piedi, vincolandolo ad un termosifone ed, infine, imbavagliandolo con del nastro adesivo. All’interno della casa i malviventi, dopo aver messo a soqquadro l’appartamento, hanno asportato anche 500 euro in contanti ed il telefono cellulare della vittima.  

Dopo circa un’ora il prelato è riuscito a liberarsi ed a contattare il 112.

Le indagini finalizzate alla identificazione dei due soggetti, iniziate dal Nucleo Investigativo nell’immediatezza dell’intervento presso la Casa Parrocchiale, si sono rivela difficoltose per il fatto che la vittima, a causa di molteplici fattori, non è riuscita a dare indicazioni attendibili sul conto degli autori, descritti come stranieri, poiché durante le fasi della rapina hanno colloquiato tra loro in una lingua straniera.

Utili all’attività investigativa sono state, particolarmente, le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza urbana del comune interessato, nonché quelle di quelli limitrofi, dalle quali è stata riscontrata la presenza dei due soggetti in orario compatibile con l’evento in cui sono transitati nei pressi della Casa Parrocchiale.

Le caratteristiche fisico – somatiche dei sospettati, per come sono apparse dai fotogrammi delle telecamere, inserite in Banca Dati, hanno permesso di focalizzare l’attenzione degli investigatori su Martinatto Gino, descritto dalla vittima come il rapinatore più anziano. Quest’ultimo sottoposto, per giorni a servizio di osservazione e pedinamento, si è incontrato con l’altro soggetto più giovane, identificato in Terlizzi Vincent Joaquin, all’epoca incensurato. Nel corso del controllo è emerso, altresì, come entrambi i soggetti fossero ottimi conoscitori della lingua inglese, con la quale comunicavano tra loro.

Il Terlizzi Vincent, inoltre, all’atto del controllo da parte di personale in uniforme indossava lo stesso giubbotto di colore nero recante la scritta Napapjiri ripreso dalle telecamere di sorveglianza. Tali circostanze, associate alla testimonianza della vittima, hanno rafforzato negli inquirenti il convincimento della responsabilità dei due uomini in merito alla rapina.

Entrambi i fotogrammi delle telecamere inviati al RIS di Parma, per la comparazione con le fotografie estrapolate dai documenti dei due soggetti, hanno avuto riscontro positivo circa la corrispondenza dei volti.  

Successivamente, nel corso di una perquisizione domiciliare eseguita per la ricerca di sostanze stupefacenti presso l’abitazione di Terlizzi Vincent Joaquin, i militari hanno avuto modo di rilevare la presenza di appunti, nomi e cifre annotati su alcuni ritagli di carta che hanno attirato la loro attenzione, poiché redatti con una grafia fortemente somigliante a quella utilizzata per scrivere il  numero di telefono ed il nome fittizio sul block notes consegnato al parroco.

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