Non è un discorso sui sondaggi, che pure andrebbe fatto con un accredito del 15%, ma è la constatazione che ci sono mille PD allo sbando, senza identità, coagulati da un Martina che non sa illuminare neppure la punta delle sue scarpe. Renzi pensa al suo docu.film offerto e non accettato per qualche milione spicciolo e, quando si sveglia dall’aventino dove si è rifugiato, aiuta moglie e compari a fare il trasloco nella nuova villona da 1 milione e mezzo. A chi gli chiede come concilia il suo stipendio con il mutuo altissimo, fa spallucce, chiaro sintomo di un sentire molto personale, a prescindere…A prescindere dal piccolo dettaglio che ancora nessuno ha chiarito il tonfo di un partito che può avvalersi di tanti nostalgici fidelizzati che ancora crede nell’asino che vola. Eppure l’eterna indecisione, il frammentarsi in sottopartiti, il perenne litigio sottopelle, la mancanza di una figura carismatica che dia unità d’intenti non sono le uniche cause dello sfilacciamento del partito. Renzi non è mai stato centrale, ma un pifferaio che ha incantato, della serie “Proviamo anche con lui poi si vedrà…”. Ma la connivenza con le Banche rosse, le associazioni rosse e quella superiorità esibita come un vanto da porre e disporre tra i grandi dell’imprenditoria, non hanno giovato. Il bluff, le parole vuote, il ciuffo alla James Dean lo hanno reso per qualche mese un interlocutore, ma, sotto l’armatura di brillante showman, il niente. Oggi sarebbe, il PD s’intende, all’opposizione senza idee da opporre, umiliato continuamente per quel dire e fare con i potenti che era strategia politica, sempre alla rincorsa di nuovi patti, nuovi accordi sopra la testa dei cittadini che credevano fossero dalla loro parte. I cittadini liguri soprattutto hanno iniziato a capire, dopo anni di governo rosso. E li hanno sonoramente fischiati al funerale delle vittime del ponte maledetto. Ma, come dice Lucia Annunziata “”la loro fuga dalla realtà continua… Una insensibilità ai propri stessi meccanismi di sopravvivenza..Il senso di abbandono, di sfiducia, di paura è oggi la vera materia della politica. Invece di attaccare, criticare, sminuire queste domande l’unico modo per riprendere l’iniziativa politica, è quello di farsene coinvolgere”
E a volte la sinistra è davvero esemplare, se l’analisi è lucida e appassionata. Ai funerali mancava chi doveva esserci. Per rispondere, per chiedere scusa, per sporcarsi, finalmente, quelle mani fresche e preservate dalla manicure. Mancavano secondo il calcolo dell’HuffPost il segretario di fatto Matteo Renzi, il Presidente Matteo Orfini, Graziano Del Rio ex ministro delle Infrastrutture, il ligure ed ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, l’ex premier Paolo Gentiloni. Ha vinto la paura o il menefreghismo?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano