Addio a Maurizio Vogliazzo, grande uomo e grande architetto

Milano

Voglio ricordarlo così, Maurizio Vogliazzo: il maglione perennemente scuro, l’aria un po’ assorta, il passo felpato che non aveva fretta, pochi sorrisi, ma le parole confermavano le tue, per quella lunga esperienza che era conoscenza dell’uomo e degli avvenimenti. Io, responsabile degli uffici di Presidenza e dell’istruttoria propedeutica agli organi collegiali, per un ventennio mi illuminai del suo sapere, della sua capacità di proiezione, della sua semplicità. E, forse, il mio entusiasmo era quella spinta iniziale che rompe gli indugi. Un rapporto formale di rispetto che includeva incertezze e paure. Si poteva parlare di tuto e su tutto aveva un’opinione personale. Non sapevo, allora, quanto fosse speciale e preparato, quanto avesse trasfuso nei suoi ragazzi la lucidità della sua intelligenza, quanto le sue opere fossero originali. “Io ci sono sempre per te”, mi aveva detto. Per quella volontà di animare le cose con il proprio immaginario, per quel sentire la musica anche nel deserto. Piango un uomo che ha attraversato la mia vita regalandomi autostima e coraggio. Grazie.

Chiudo con la sua citazione “L’albero è Storia e Speranza. L’uomo non può non esprimere l’incanto della natura. Il grande Van Gogh disse “Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, capacità d’espressione e, per così dire, un’anima.”

 

La mia ultima intervista al Prof. Vogliazzo.

Pisapia Uccide Gli Alberi, Ma Gli Alberi Hanno Un’anima? Intervista Esclusiva Al Prof. Maurizio Vogliazzo, Paesaggista

Sono tanti gli alberi uccisi da Pisapia. a Milano. Al Parco Solari, in via Mac Mahon, a San Siro, in zona Tricolore- Argonne, al Parco Sempione, a Cairoli, in corso Plebisciti, in via Benedetto Marcello. Ma chi ha detto che gli alberi non abbiano un’anima e un linguaggio?

Hanno l’anima del nostro abbandono, delle nostre emozioni, dei nostri ricordi, dei nostri sogni. Hanno il linguaggio delle stagioni, dei colori, dei profumi, dell’offerta disinteressata dei loro frutti, della memoria. Hanno la bellezza dell’armonia, della serenità, a volte della Storia. Ucciderli è una ferità all’umanità, ucciderli perché un’amministrazione incompetente sbaglia i progetti di fattibilità ad esempio della M4, è un delitto. Il paesaggio fa parte della nostra vita, soprattutto se rappresenta l’orizzonte del nostro quotidiano.

Tagliare gli alberi – chiedo al prof Maurizio Vogliazzo, docente di Architettura del Paesaggio al Politecnico di Milano- è interrompere il dialogo con la natura? Rompere un equilibrio emozionale?

La questione del verde è sempre trattata in modo tecnico, del lato emozionale non ne parla nessuno: passa in secondo piano di fronte alla sostenibilità, all’economia, all’ideologia di un’ecologia che guarda alla quantità, non alla qualità. Manca quasi sempre la capacità progettuale colta e consapevole, manca la volontà di sviluppare progetti come rafforzamento d’identità, consolidamento di un habitat a misura d’uomo. Ma rispondendo alla domanda: gli alberi hanno un’anima? Dico sì ed è straziante che non venga percepita, valorizzata. Pisapia è remoto, lontano da questa consapevolezza. La sua “ecologia” è fatta di slogan, di ricerche di mercato. Ma gli alberi hanno una voce, sono “personaggi” che dialogano con gli esseri viventi  (pensi agli uccelli che fanno i loro nidi), che cercano di essere utili con la loro ombra, che creano musica nei giorni di pioggia (pensi alla Pioggia nel pineto di D’Annunzio), che connotano i luoghi fisicamente, che rappresentano memorie ed emozioni per l’uomo. E pensi ai profumi, ai colori, alla infinita generosità degli alberi….Non viene percepito il rapporto affettivo con il luogo, ma è la funzione primaria dell’equilibrio, del dialogo uomo-natura. L’uomo e la sua storia. E nella sua storia la natura è parte integrante. Se si impoverisce l’orizzonte, si azzera anche la sua storia Perchè vengono a mancare punti di riferimento sociale, emozionale. Non si può arbitrariamente interrompere il dialogo con la natura con cui siamo cresciuti. E’ un atto vigliacco.

Il verde a Milano…, ma non riesco a finire la domanda…

A Milano non esiste un impianto di irrigazione. Nessuno ha mai pensato di costruire un’infrastruttura tecnica, una rete idraulica che utilizzi le acque non potabili dei fossi sotterranei inutilizzati. Un impianto idraulico servirebbe non solo a irrigare il verde, ma anche a pulire le strade. A Parigi esiste. E la potatura viene assegnata a ditte spesso incompetenti, vincitori di bandi al ribasso, perché l’economia vince sempre. Ma il verde va trattato con rispetto. Nei piani urbanistici si parla di verde sempre in modo quantitativo, includendo anche le rotonde, le piazzuole ecc. Il verde di una città è altra cosa, è progetto estetico e sociale. Ma la cultura del verde non appartiene ai burocrati.”

Ma un progettista di paesaggio che cosa si propone?

Il rispetto delle trasformazioni sociali e culturali del luogo, per consolidare l’identità, per permettere rapporti affettivi, d’uso e di socializzazione. Un Parco appartiene a un quartiere, a una comunità. E allora perché non rafforzare il senso dell’appartenenza creandoparchi diversificati, immediatamente riconoscibili per il profumo o per il colore? Variare con il pietrisco, ad esempio, con semplici essenze di profumo, ma anche con la luce. I Led si possono prestare a questa variabilità cromatica. Ma quelli installati a Milano di color bianco ghiaccio che illuminano meno della luce normale, sono solo molto tristi. E una città come Milano ha bisogno di un po’ d’allegria. Ma è difficile trovare la creatività in politica.”

Letteratura, pittura, e l’amore per gli alberi. L’uomo e il suo immaginario e il fascino della natura.

L’albero è Storia e Speranza. L’uomo non può non esprimere l’incanto della natura. E, per tornare alla domanda iniziale, le cito il grande Van Gogh “Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, capacità d’espressione e, per così dire, un’anima“.

Maurizio Vogliazzo

Dottore in Architettura (Politecnico di Torino, 1968). Borsista MPI (1969/1974); assistente ordinario e professore incaricato di Composizione Architettonica (Politecnico Torino e Politecnico Milano, 1974/1981). Professore associato di Composizione architettonica (Politecnico di Milano, 1982/1989). Professore ordinario di Allestimento e Architettura degli Interni (Politecnico Milano 1990/2003 e 2011/2014). Professore ordinario di Architettura del Paesaggio e delle Infrastrutture territoriali (Politecnico Milano, 2003/2010). Professore invitato di History and Theory of XXth Century Italian Design (University College London, dal 1996). Professore titolare di Architettura del Paesaggio e Turismo (IULM Milano, per affidamento, 2005/2009). Vicedirettore del DiAP (Politecnico Milano, 2002/2005). Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Architettura (Facoltà di Architettura&Società,Politecnico Milano (2007/2010). Direttore del Centro per i Rapporti Internazionali della Facoltà di Architettura (CRIFA, Politecnico Milano, 1983/2006). Copresidente del Comitato per i Rapporti Internazionali (CRI, Politecnico Milano, 1995/2002). Direttore della Scuola estiva internazionale di progettazione di Mantova (1984/1993) e della Scuola estiva internazionale di design di Cremona (1992/1995). Membro del Collegio docenti nei Dottorati di ricerca:
Interior Design (Politecnico Milano, 1990/2010); Architettura del Paesaggio (Università Mediterranea di Reggio Calabria, dal 2007). PhD professor and tutor in Architectural Design presso ETSAB, Universitat Politecnica de Catalunya, Barcelona (dal 1994). Borsista CE (1984, 1986). Borsista UE (1996). Coordinatore ICP Erasmus (CE e UE, dal 1988). Direttore di ricerca scientifica per CNR, MPI, MURST, MIUR, CE, UE. Direttore di ALAD, Architecture&Land Ambient Design, Politecnico Milano. Referee per CINECA. Direttore di ALADLABS.net. Visiting professor e Lecturer presso: Ecole Pratique des Hautes Etudes, Paris; FAUTL, Lisboa; ISACF, Bruxelles; QUT, Brisbane; ESAD, Matosinhos; ETSAB, Barcelona; UCL University College London; e altrove. Diploma Unit Advisor presso l’Accademia di Architettura, USI, Mendrisio. Membro della Academia Nacional de Belas Artes, Lisboa (dal 2004). Ha organizzato ateliers e mostre: H. Muthesius; R. Venturi; J. Duiker; C. Oldenburg; F. Gehry; G. Böhm ed altri. Ha esposto a: New York (MOMA); Berlin (IDZ); Paris (Biennale); Milano (Triennale e altrove); Graz (HDA); Venezia (Biennale);
Barcelona (Biennal Internacional del Paisatge) e altrove. Consulente di redazione per Gran Bazaar (1984/1991); Direttore di GB Progetti osservatorio internazionale (1992-1995).  Vicedirettore de l’ARCA (dal 2008) Scrive su varie riviste e periodici. Membro di Giurie internazionali e Comitati Scientifici. Premiato in Concorsi nazionali e internazionali.

Opere

Posters per Unione Culturale (Torino 1967). Ziggurat (Torino 1970/1976). Social Leisure Environment (con G. Ceretti, P. Derossi, R. Rosso, New York 1972). Italy: the new domestic Landscape, fotoromanzi with data and documents (con G. Ceretti, P.Derossi, R; Rosso; MOMA, New York 1972). Clarabella, macello e foro boario, paesaggi dell’allevamento (con G. Ceretti, P. Derossi; Aosta 1974). Belvedere, bel vedere (Torino 1975). Interior landscapes, per Hella (Torino 1977) e GFT (Torino e Milano, 1977/1979). Vagoni prova per GFT e FS (Torino 1978). 48 alloggi IACP (con C. Treu; Bresso, Milano 1981/1982). Deserto, serre con elementi ad accumulo di calore (Castagneto Po 1981/1983). Casablanca, luoghi pubblici (Torino 1984). Sponde dei laghi di Mantova (coordinamento del progetto, con H. Leon e L.  Gandini, 1985/1988). Siti a Lisboa (coordinamento del progetto, con F. da Silva Dias e M. Graça Dias, 1989). Office Landscapes (Milano 1989/1995). Architetture montane (Valle d’Aosta, dal 1990). Lampade, tavoli, arredi e attrezzature domestiche (dal 1972). Paesaggi privati (dal 1975). Scenari di alta quota e nuovi paesaggi del turismo (Valle d’Aosta 1995/2000). Fotostrade, paesaggi luminosi, per ENEL (Lombardia, 1999/2000). Paesaggi extrapiatti (Parco delle Groane, Milano 2000/2001). Lake-Leisures (Como 2001/2004). Wildcentral, microclimi urbani sostenibili & social leisure, per Ministero dell’Ambiente (Milano 2001). Construir um programa descobrir uma paisagem (coordinamento del progetto, con R.Dorigati, Lisboa 2001). Secondo grado Concorso internazionale nuovo Palazzo Regione Lombardia (team Steven Holl/OdA, Milano 2004). Faraway so close, scenari del turismo e paesaggi autostradali, per Brebemi spa e Autostrade lombarde spa (Milano-Brescia 2001/2004). Redempting environment, paesaggi sostenibili, per MIUR (Rho-Pero, Milano 2002/2004). Parque do Real, Matosinhos, Portugal, per Municipalidad de Matosinhos (coordinamento del progetto, 2005/2006). Nuove microqualità urbane, per il Comune di Milano(dal 2006). Sant’Agata e San Sperato, una fiumara nello Stretto di Messina, con OASIS, Università Mediterranea di Reggio Calabria (cordinamento del progetto, 2007). Vigneti a gradoni in quota, (VdA, coordinamento del progetto, 2008). La Città del Gusto e del Benessere, per il Comune di Milano (direttore del progetto, 2008/2010). ‘Cromo esavalente’ (Fondazione Muvita, coordinamento del progetto, con R.Rosso. 2010). Vari
allestimenti di mostre in Italia e all’estero (dal 1976).

Pubblicazioni

Libri, fra cui: Hermann Muthesius, Electa, Milano, e Venturi, Rauch & Scott Brown, Electa, Milano. In preparazione: Raul Lino. Scritti e progetti 1898-1974. Curatore della riedizione critica di: Gio Ponti, Amate l’architettura, CUSL, Milano, 2004. Articoli e saggi, apparsi su: Casabella, Classe, Gran Bazaar, Alfabeta, Quaderni del Territorio, l’ARCA, l’ARCAPLUS, Azimut, Interni annual, Territorio, Leggere, Progex, Esperimenta, JA, e altrove in periodici italiani ed esteri e in libri di varie case editrici (Einaudi, Skira, Libria, Phaidon e altre). Cortometraggi, videotapes, DVD, premiati in rassegne nazionali e internazionali.

Bibliografia 

Progetti e opere pubblicati e recensiti in: Domus, Home Furnishing Daily, Casabella, SD, Casa Vogue, Abitare, AD Architectural Design, l’Espresso, l’Architettura cronache e storia, IN, Modo, AU, Gran Bazaar, Lotus, e altrove (dal 1971 a oggi). Opere presenti nelle collezioni permanenti di: Museum of Modern Art (MOMA), New York; Vitra Design Museum, Weil am Rhein (Basel); Pinakothek der Moderne, Muenchen; Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum Collection, New York; e altrove. Cfr. inoltre, tra l’altro: “Dal cucchiaio alla città”, di Umberto Eco, in: l’Espresso n. 23, 1972; “Metodologia e storia della storiografia”, di Guido Quazza, in: Rivista di storia contemporanea, fascicolo 4, Loescher, Torino 1978; “Incontro di mondi (technological poetry)”, di Michelangelo Pistoletto, in: Domus n. 648, 1984; G. Muratore e altri, Italia, gli ultimi trent’anni. Guida all’architettura moderna, Zanichelli, Bologna 1988; La meglio gioventù, a cura di E. Deaglio, Editoriale Diario, Milano 2003; Clip Stamp Fold, a cura di B.Colomina e C.Buckley, Princeton University e Actar Birkhauser, 2010.

1 thought on “Addio a Maurizio Vogliazzo, grande uomo e grande architetto

  1. mi sono laureato con Maurizio nel 1984 , è stata un’esperienza magnifica di libertà progettuale . Una guida invisibile di continua ricerca e studio senza nessuna prevaricazione, nessun preconcetto , tutto quello che proponevo veniva ricondotto a una bibliografia su cui studiare. La bibliografia la creavo io in base alla ricerca progettuale. La parola NO non esisteva, mi sono sentito sempre libero , la sua filosofia era la finzione e la forma applicata al progetto, Carlo Mollino , Robert Venturi, Frank Gehry e l’amore per l’architettura.

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