E’ bella, grande, imperiosa la quercia gigante di piazza XXIV Maggio. Ha nell’anima memorie di dedizione, ricordi di guerra, atti eroici per una patria da salvare. Ha il saluto referenziale dei passanti, il ciao dell’amicizia, il segno di un’immortalità da conquistare. Scrive il Corriere “Questo è uno degli alberi monumentali della città: la quercia è nata nel 1895 e fu piantata il 24 maggio 1924 dall’ingegnere Giunio Capè, per festeggiare l’inatteso ritorno del figlio Giuseppe, un giovane alpino sopravvissuto alla Grande Guerra, e ricordare i soldati deceduti. Alla morte di Giunio, la famiglia decise di donare la pianta al Comune con l’obbligo di prendersene cura. Un cippo in ferro battuto recita la seguente dedica: «Ai caduti per la patria del rione Ticinese-Lodovica», firmato la Società Alpina milanese”
Una quercia nobile, da conservare, nonostante la terza età incombente, la sferzata del “maltempo che la notte del 6 agosto di un anno fa s’è abbattuto su Milano, e ha causato il cedimento della branca centrale che, a sua volta, cadendo ha causato un effetto a catena su branche minori. Il fusto della quercia, che è alta diciassette metri e ha una chioma il cui diametro supera i venticinque, è ormai completamente cavo” Questa la diagnosi finale. Il progetto per il recupero c’è, costa 200mila euro. Sarà costituito da un’impalcatura a piramide in ferro a cui agganciare l’albero per allungargli la vita. Per chi vorrà ricordare.