Alla ripresa dei lavori del Consiglio Comunale e chiusa la fase del Dibattito pubblico, Roberto Biscardini presidente dell’Associazione Riaprire i Navigli si rivolge ai consiglieri comunali e in particolare al Pd, con questa nota: “Non commettete l’errore di confondere il grande progetto per la riapertura dei Navigli con la realizzazione di cinque piccoli tratti, talmente insignificanti che tutti ormai chiamano “vasche”. Inoltre non permettete che sia confusa la realizzazione di un canale navigabile (diversamente non è un Naviglio), con la realizzazione di un “tubo” sotterraneo, fatto apposta e soltanto per portare acqua alle cosiddette “vasche”. Un insulto all’intelligenza, un intervento costoso, che sfiora il ridicolo.
In particolare il Pd, per il peso che ha in Consiglio, non rinneghi se stesso, e faccia valere le ragioni della coerenza e del coraggio. Quelle che portarono il Consiglio comunale nel 2012 a inserire la riapertura dei Navigli come opera strategica nel Piano di Governo del Territorio, sulla spinta di molti di noi, ma soprattutto sulla spinta dei 450.000 cittadini che votarono Sì al referendum del 2011. Non a caso, dopo quella decisone, si diede incarico al Politecnico di Milano di avviare uno studio di fattibilità che confermò le nostre indicazioni: la riapertura integrale è fattibile da ogni punto di vista. Quei cittadini che votarono Sì non possono essere presi in giro oggi.
La riapertura del Naviglio deve essere “integrale” sulla base in un progetto complessivo che non c’è ancora. Si può certamente realizzare per lotti, ma per lotti coerenti e da realizzarsi nel tempo, sulla base di un programma di lavori da definire oggi a garanzia che l’opera sia conclusa integralmente entro una data certa. Infine, dovete capire, che il “tubo” è uno spreco (30 milioni buttati via) che, se realizzato, sarà usato dai detrattori come “cavallo di troia” per far fallire il progetto complessivo.”
Alle minoranza Biscardini si rivolge così: “Evitate di guardare alle pagliuzze, nel momento in cui gli errori che potrebbero essere commessi sono grandi come una trave.”
In particolare il Pd, per il peso che ha in Consiglio, non rinneghi se stesso, e faccia valere le ragioni della coerenza e del coraggio. Quelle che portarono il Consiglio comunale nel 2012 a inserire la riapertura dei Navigli come opera strategica nel Piano di Governo del Territorio, sulla spinta di molti di noi, ma soprattutto sulla spinta dei 450.000 cittadini che votarono Sì al referendum del 2011. Non a caso, dopo quella decisone, si diede incarico al Politecnico di Milano di avviare uno studio di fattibilità che confermò le nostre indicazioni: la riapertura integrale è fattibile da ogni punto di vista. Quei cittadini che votarono Sì non possono essere presi in giro oggi.
La riapertura del Naviglio deve essere “integrale” sulla base in un progetto complessivo che non c’è ancora. Si può certamente realizzare per lotti, ma per lotti coerenti e da realizzarsi nel tempo, sulla base di un programma di lavori da definire oggi a garanzia che l’opera sia conclusa integralmente entro una data certa. Infine, dovete capire, che il “tubo” è uno spreco (30 milioni buttati via) che, se realizzato, sarà usato dai detrattori come “cavallo di troia” per far fallire il progetto complessivo.”
Alle minoranza Biscardini si rivolge così: “Evitate di guardare alle pagliuzze, nel momento in cui gli errori che potrebbero essere commessi sono grandi come una trave.”
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