Sono i privilegi che Forza Italia chiede a Silvia Sardone di lasciare. Perché se è innegabile che la carica di Consigliere Regionale le discende dalla volontà di 11.312 cittadini, se siede sulla poltrona di Presidente della Commissione Bilancio di Regione Lombardia e gode del relativo compenso, è solo grazie al suo ex partito che l’ha candidata e votata per farle ottenere l’incarico. La questione è stata sollevata sia dal vice-capogruppo in Consiglio Comunale Alessandro De Chirico, con un veemente discorso, sia dal Capogruppo in Regione Lombardia Gianluca Comazzi, che le ha posto la richiesta in modo diretto in sede istituzionale.
De Chirico, senza mai nominarla, è intervenuto in aula a Palazzo Marino mentre veniva approvata la delibera con cui si costituiva il Gruppo Misto, nato in seguito alla defezione della Sardone e dopo avere espresso la sua gratitudine al partito che gli ha permesso di sedere in Consiglio, ha invitato “quelli” che pur lecitamente cambiano idea a lasciare le poltrone ottenute grazie a Forza Italia. Comazzi invece ha avanzato la richiesta al termine della Commissione Bilancio di mercoledì. “Se lei ritiene di continuare in questo incarico avendo di fatto tradito gli elettori di Forza Italia, farà la Presidente di se stessa, perché Forza Italia non garantirà il numero legale” ha annunciato il forzista alla ex collega. “Si può censurare il Presidente per quello che fa nelle sue funzioni, le questioni politiche e di poltrone si affrontano in altre sedi” è stata la risposta della presidentessa, cui Comazzi ha infine replicato, “Da Sardone ci saremmo aspettati maggiore coerenza, lasciando gli incarichi ottenuti grazie al partito che ha abbandonato. Registriamo con amarezza che ciò non è avvenuto”.
Si tratta di questione più complessa di quello che può apparire, perché va anche a incidere nei rapporti fra Forza Italia e Lega. La prima infastidita da possibili tentativi di scouting fra le sue file da parte del partito di Salvini e la seconda imbarazzata dal non sapere come schierarsi nei confronti di una politica amata da una buona fetta della base del movimento, quanto osteggiata da parte dei vertici. Una situazione esplosiva, che rischia di rallentare il funzionamento di Regione Lombardia, facilmente disinnescabile da un passo indietro dell’ex forzista, che come ha dimostrato in passato, non ha certo bisogno di soldi e cariche per svolgere le sue attività sul territorio. Una scelta che gioverebbe soprattutto alla sua immagine, che rischia di essere danneggiata se l’opinione pubblica interpretasse questo suo atteggiamento come un eccessivo attaccamento alla poltrona.
Resta infine un’ultima possibilità, quella accarezzata da alcuni che ancora cercano di riportare la Sardone a casa, sperando che le difficoltà nel posizionarsi la inducano a fare non uno ma due passi indietro. Un’ipotesi più vicina alla fantapolitica che alla realtà, che se però si concretizzasse consentirebbe alla pasionaria del Quartiere Adriano di salvare in un sol colpo capra, cavoli, poltrona e compenso.
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Come più volte accaduto in Forza Italia si defenestrano le persone capaci in quanto oscurano la mediocrità di molti presunti dirigenti che si vedono solo nelle riunioni degli addetti ai lavori ma mai in mezzo alla gente per tutelarne gli interessi . L’opposizione attuata alle malversazioni della sinistra sono timidi belati che non hanno ascoltatori . Per il degrado in cui versa Milano si dovrebbe fare una sollevazione di popolo e occupare il comune come fa la sinistra in parlamento . Se Silvia Sardone ha lasciato Forza Italia portando al partito 11300 voti , ciò che nessun altro è riuscito a fare , ci sarà una ragione , visto che ha contribuito a cambiare amministrazione a Sesto San Giovanni e militato nel partito da oltre venti anni . Prima di accusare Comazzi dovrebbe fare un esame di coscienza e analizzare il suo operato ed atteggiamento in comune. Fare da supporter alla Gelmini non mi pare il modo giusto di incrementare il consenso degli elettori , e lo dico da ex sostenitore di Berlusconi .
Per Comazzi non possiamo rispondere, per quanto riguarda gli 11.000 voti, che sono in gran parte frutto del suo impegno, teniamo a precisare che in passato (e anche in questa tornata elettorale) sono stati molti i candidati che hanno portato migliaia di voti a Forza Italia senza pretendere nulla, soprattutto se totalmente inesperti sul funzionamento dell’Istituzione perché eletti per la prima volta in Regione.
Lei ha preso molte preferenze, anche grazie al meccanismo del voto di genere, ma non ha portato un solo voto in più. Senza la Sardone in lista, Forza Italia ha sempre preso molti più voti.
Non è stata defenestrata, ma se n’è andata perché non l’hanno fatta assessore. È giusto che l’assessore sia Gallera, visto che ha preso più voti di lei.
Come di consueto si evita di dare onore al merito non ammettendo i risultati sul territorio. Ho visto esponenti di Forza Italia complimentarsi a denti stretti con la Sardone davanti a centinaia di intervenuti , tutti acclamanti l’impegno e la serietà di Silvia . Non si era in un teatro affollato da simpatizzanti convocati tramite Email o sms , ma nel cortile di una bociofila con inviti con il metodo passa parola . La Stalingrado d’italia è stata conquistata da un rapporto personale con gli elettori e non certamente da inesperti dell’istituzione come suggerito . Alcuni eminenti esponenti hanno più volte espresso commenti critici verso la conduzione di Forza italia ormai in mano di alcune esponenti femminili , molto rappresentative ma non so se con ascendente sugli elettori. Impariamo a dire : pane al pane , vino al vino e smettiamola con l’ipocrisia della tutela degli animali quando si dimenticano gli esseri umani
In quanto al voto di genere si è cercato di pilotare il voto dando le debite istruzioni , proprio per cercare di ridurre i consensi verso chi era poco gradito nel partito. In quanto al mancato apporto della Sardone al partito , stando alla osservazione ,la percentuale in calo sta a testimoniare che la politica fatta con andamento ondivago delle signore che fiancheggiano Berlusconi non trova consensi fra i simpatizzanti . Rinunciare ad un assessorato per non assegnarlo a chi ne aveva diritto la dice lunga e ogni altra considerazione sa molto difaziosità . A buon intenditor poche parole.