Arrestati dai Carabinieri i responsabili dell’incendio della discarica abusiva di Corteolona (PV)

Cronaca

Si sono concluse ieri mattina le operazioni condotte dai Carabinieri Forestali dei Gruppi di Milano e Pavia e della Compagnia Carabinieri di Stradella (PV) che hanno smantellato un sodalizio criminoso dedito al traffico illecito di rifiuti che è si reso responsabile dell’incendio del capannone di Corteolona la notte del 3 gennaio 2018.

Le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, in collaborazione con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia, hanno permesso di individuare l’organizzatore, che si occupava di smaltire illecitamente i rifiuti, il trasportatore, che realizzava trasporti illeciti nel capannone di Corteolona, i titolari di impianti compiacenti dai quali i rifiuti provenivano ed infine anche gli esecutori materiali dell’incendio

L’attività si è conclusa con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Milano nei confronti di 6 responsabili (5 italiani ed uno straniero), alcuni dei quali operanti  nel settore dei rifiuti. Sono state altresì eseguite perquisizioni presso n. 4 impianti di trattamento rifiuti nelle province di Milano, Monza e Como e sequestrati, ai fini della confisca, n. 2 automezzi utilizzati per la realizzazione del traffico di rifiuti.

Le indagini sono state avviate quando i Carabinieri della Stazione di Corteolona e Genzone (PV), durante i servizi di controllo del territorio, notavano l’andirivieni di camion in un terreno di quel centro abitato. Tale situazione, opportunamente monitorata, consentiva di accertare lo stoccaggio abusivo di rifiuti, ipotizzandone il traffico illegale. In tale quadro, venivano avviate attività tradizionali e tecniche coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia e condotte dal Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia e dalla Compagnia di Stradella i cui esiti, a seguito dell’incendio che interessava il capannone ove erano stoccati i rifiuti, venivano condivisi con la Procura Distrettuale Antimafia di Milano e con il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Milano. La disinvoltura con la quale agivano gli indagati emerge chiaramente da un messaggio whatsapp riferito ad una “torta appena ritirata in cui si era abbondato al centro con il liquore “  mandato dall’incendiario al mandante appena un’ora dopo aver appiccato il fuoco rinvenuto attraverso una perizia tecnica sull’apparecchio.

L’incendio del capannone è stato l’ultimo tassello di un più ampio piano criminoso che ha visto coinvolti gli indagati e che comprendeva l’illecito smaltimento di rifiuti provenienti da impianti di trattamento già saturi  ed interessati allo “svuotamento”, il trasporto abusivo presso il capannone di Corteolona appositamente preso in affitto ed infine l’incendio dello stesso per distruggere le tracce di quanto accaduto.

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