Aria di guerra nel governo e con la UE, che boccia la manovra

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La Commissione europea ha inviato al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, una lettera in cui si parla di una deviazione “senza precedenti nella storia”.

La decisione del governo italiano di progettare “un’espansione fiscale vicina al 1% di Pil, contro l’aggiustamento di bilancio raccomandato dal Consiglio dell’Unione Europea, e la dimensione della deviazione (un divario di circa l’1,5% del Pil) sono senza precedenti nella storia del Patto di Stabilità e Crescita”, scrivono il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis e il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici.

Un muro contro muro che, al momento, non vede margini di uscita. Certo è che la fotografia della situazione non aveva mai rappresentato finora uno scenario così vicino alla crisi.

Adesso è guerra vera al governo. A dichiararla, ufficialmente, è Matteo Salvini. Che ci va giù durissimo: “Il decreto fiscale non cambia – ha detto da Bolzano il vicepremier leghista -. Quello che abbiamo discusso per ore e ore poi ho ritrovato scritto nel testo, con l’accordo di tutti, lo abbiamo firmato tutti. Ognuno si prenda le sue responsabilità”. La traduzione? Non esiste alcuna “manina”, così come detto improvvidamente da Luigi Di Maio nel corso delle registrazioni di Porta a Porta di mercoledì 17 ottobre.

“Non sono bastate le minacce e il comportamento di Rocco Casalino. Oggi si lamenta che un titolare di due ministeri non sappia che i poteri sono tre: esecutivo, legislativo e giudiziario. Non c’è bisogno di minacciare il ricorso alla magistratura per difendere il buon diritto e le scelte di un governo – ha sottolineato Vittorio Sgarbi -Se poi Di Maio vota a sua insaputa sarà un problema psichiatrico e non politico. Non riguarda la magistratura che non deve entrare nelle scelte del legislativo e dell’esecutivo. È ridicolo. Torni a scuola e cerchi un lavoro che non ha mai avuto”. Semplicemente definitivo.

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