La limousine bianca è prestigiosa, maestosa, unica per far capire la provenienza da un mondo autorevole, indipendente, ricco. Il mondo dei rom. Hanno imparato a non rispettare le regole, a inventare mestieri redditizi, a mimetizzarsi in ambienti chic, a non pagare l’affitto se sono regolari, a saldare le usanze e i linguaggi della loro comunità in cui si riconoscono. Una vita ad immagine dei loro miti, delle loro ossessioni, ponendo modelli specifici, spesso anacronistici. Una limousine bianca per la celebrazione di un matrimonio è stata la plateale bandiera di uno status di autonomia da leggi e tradizioni dello stato ospitante, tanto che il messaggio diventa insultante soprattutto là, tra le case popolari e popolate dal lavoro e dalla fatica di molti cittadini.
La denuncia è di Silvia Sardone che dichiara “In via Bolla le ultime foto scattate dai residenti esasperati immortalano un matrimonio rom con tanto di limousine bianca parcheggiata nel cortile delle case popolari. Vorrei sapere dai buonisti di sinistra che tanto sbandierano i processi di integrazione dei rom a che punto siamo arrivati: è normale che gente che semina il terrore nel quartiere, occupa intere scale di appartamenti abusivamente, organizzi matrimoni con tanto di limousine? Nei cortili di via Bolla sono numerose le feste e i barbecue organizzati dai rom e denunciati dai cittadini. L’integrazione per i rom non esiste, quindi – continua Silvia Sardone – è inutile andare avanti con tutto questo buonismo inutile e pericoloso: i residenti onesti di via Bolla, quelli che si fanno in quattro per pagare l’affitto, non meritano la beffa di vedersi parcheggiare davanti a casa auto di lusso da parte di chi usa il quartiere come zona di propria competenza in spregio a ogni legge e ogni regola di buona convivenza”.
E così, aspettando il reddito di cittadinanza, possono fare sberleffi ai “buonisti” e inneggiare all’ingenuità di Di Maio.