La cosa buffa è che, generalmente, i rifiuti sono avanzi di cui disfarsi in fretta e dimenticare. Sono ingombri di nessun valore, di cui liberarsi senza troppe riflessioni. Ma non è così. Anche i rifiuti soprattutto industriali e di plastica possono dormire abusivamente senza farsi troppo notare, ma basta una miccia per farli esplodere e creare incendi preoccupanti. Pare sicuro che l’incendio di Bovisasca durato sei giorni, fosse doloso, quindi volutamente dannoso nelle sue conseguenze. Ma quei rifiuti, massicciamente e pericolosamente ammassati, non dovevano essere. Sembra quasi ridicola la cura con cui la donna di casa insacchetta diligentemente la differenziata, in quei capannoni abusivamente c’erano tonnellate di ecoballe, l6mila metri cubi di plastica, gommapiuma e stracci. E il rogo si alimentava da solo, ad ogni spostamento, irradiava odore acre che il vento spostava senza regole. Il business dei capannoni vuoti per nascondere rifiuti illegali non è una novità. Osserva Repubblica “Spazi vuoti dove seppellire rifiuti. Aziende fallite, spazi in disuso, locali abbandonati, cave. Qualunque sito dove depositare le tonnellate di balle di plastica, inerti, gomme, scarti industriali che hanno due possibili destini: restare nascosti per sempre o finire bruciati.” Ed è naturale pensare che al di là della Milano operosa, agisca una Milano sottaciuta di criminali che si alimenta tutti i giorni, organizzata e vendicativa, che si rinnova anche con i troppi “ospiti” stranieri, che pone come finalità il proprio egoismo. La Giunta così ecologica da Pisapia in poi ha individuato nelle biciclette il proprio sogno, ma nessun piano per il riciclo e pochissimi controlli. Meglio lo sbando e la soluzione dell’emergenza.
Il rogo della Bovisasca e i grandi disagi derivati dimostrano la carenza di conoscenza e di progettualità di Sala.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano