In quei campi rom dove l’illegalità è un vanto che suggerisce approfondimenti specialistici nelle varie materie in cui poi si va ad operare, evidentemente la “scuola” di indottrinamento ha già sperimentato i metodi più efficaci. E si insegna anche come la sicurezza dell’impunità sia il modo spesso per farla franca. Non ho notizia che i corsi siano frequentati dai migranti che devono quindi, loro malgrado, improvvisare per capire quale sia il metodo migliore. E parlo sempre riferendomi a chi vuole intraprendere mestieri redditizi, quali lo scippo, il furto in casa, lo spaccio ecc. L’impunità rimane comunque una costante che li rende sfacciatamente operativi. Ma la comunità rom preserva i suoi segreti, ha un’unità di intenti che non sgarra, si sente pronta ed adeguata. Le motivazioni giustificano ampiamente l’illegalità dei gesti. E con intelligenza si mimetizzano, studiano la vittima, agiscono. Un’integrazione apparente molto efficace. Ma le forze dell’ordine sono ormai abituate a carpire le occhiate, i gesti impercettibili e intervengono a colpo sicuro. In corso Vittorio Emanuele un poliziotto con la famiglia ha notato la stranezza di due rom nel seguire un turista cinese ignaro. Quando si dice fare una passeggiata in santa pace..ma l’occhio per fortuna è vigile. Le rom con scaltrezza e determinazione rubano il portafogli al malcapitato turista. Un furto in pieno sole, davanti a un poliziotto anche se in borghese. Naturalmente sono state asrrestate, hanno presentato un certificato perché entrambi in gravidanza al secondo mese, ma sono finite in cella e per ora lì rimangono. Ma quante potenziali ladre sforna un campo rom nella tolleranza di Sala e giunta compresa?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano