La scuola in ospedale e a domicilio: orgoglio nazionale

Cultura e spettacolo

Dopo la bocciatura dell’Europa alla manovra e l’invito di rifarla in tre settimane, lo sconcerto annunciato del Governo, rafforza anche la volontà di non cambiare. E l’italiano medio, a prescindere dal merito, è confuso e conferma dentro di sé quel timore che veramente l’Italia sia di serie B.

Il momento è di estrema incertezza e disagio, ma la creatività e la sensibilità degli italiani offrono un’altra perla di generosità e di inventiva. La scuola si attiva per i meno fortunati, per gli ammalati in ospedale e a casa. Il Corriere fa un’inchiesta e scopre che è un orgoglio nazionale, da Milano a Cosenza. E’ la scuola della speranza, del possibile futuro, della vita. Senza discriminare, con la golardia e l’impegno di moltissimi insegnanti che hanno sposato la causa della condivisione. Scrive De Gregorio sul Corriere “È la «scuola in ospedale», una realtà poco conosciuta, ma che rappresenta uno dei punti d’eccellenza del sistema scolastico nazionale. Fatta di un esercito di 74o docenti, pronti a indossare camice, cuffia e mascherina per fare lezione a migliaia di studenti: 7o mila lo scorso anno scolastico. Maestri e bambini di materne e primarie, soprattutto (più del 70%), ma anche ragazzi delle superiori (seimila nell’anno 2017/18). Per i medici, una parte integrante del programma terapeutico.” Il protocollo esige «l’accoglienza dell’alunno in ospedale, la personalizzazione dei percorsi formativi, l’utilizzo delle tecnologie, il raccordo con la scuola di provenienza, lo svolgimento di esami». Una vera garanzia di professionalità e di solidarietà

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