Non era facile. Ma alle grandi scrittrici le cose facili non piacciono. E nemmeno a Michela Murgia a quanto pare. Così deve aver pensato, una notte: come faccio a fare un test con cui far risultare potenzialmente fascista Berlinguer? Dovete ammetterlo, non era una domanda scontata. Richiedeva attenta pianificazione, studio approfondito e grande, grande acume. Se poi vi steste chiedendo perché fare una cosa del genere, sappiate che avete accumulato almeno tre punti camerata. Comunque, c’è riuscita, Michela nostra. Ed il risultato lo potete ammirare qui. Sessantadue domande, ogni sì, ogni punto su cui siete d’accordo, è un passo in più verso l’abisso di depravazione Mussoliniano. Alcune perle:
Non abbiamo il dovere morale di accoglierli tutti (made in Renzi, tra l’altro).
Bisognerebbe sapere quanti sono (chi?), almeno censirli.
Se lo stato non mi protegge devo farlo da solo. (evidentemente per non essere fascista devi farti massacrare)
E comunque esiste una famiglia naturale.
In queste sessantadue è, letteralmente, impossibile non trovare un punto su cui si concordi. Ma anche barando, non scegliendone nessuna, il risultato è che si è fascisti inconsapevoli. Togliatti, Gramsci, Berlinguer., ammesso e non concesso che non facessero alcun punto, sarebbero tutti potenziali camerati. Comunque, minimo minimo, dei democratici arrabbiati. A cui manca solo un passo per rinunciare a tutto e partire per l’Abissinia. Una soluzione geniale per combattere le derive di questa società: insultare tutti e dirgli che, qualsiasi cosa pensino, sono parte del problema. Ma dove nasce questa idea geniale? Va detto che, almeno il principio di base, non è originalissimo. La Murgia ha solo sostituito fascismo a “pregiudizio” nell’argomentazione classica degli Antifa USA. La sinistra liberal estremista e violenta, per cui, all’interno di ognuno, ci sarebbe un pregiudizio razziale solo moderatamente sopito.
Sono quelli per cui, il fatto che tu sia nero e razzista (razzismo è solo l’odio per i neri ed i latini. Un po’ per gli asiatici, forse. Non per i bianchi. Quello va bene. È doveroso) è spiegabilissimo: hai internalizzato i pregiudizi e ne sei schiavo. Per uscirne devi svegliarti. Ovvero dare ragione a loro. Ma, questi Yankee, dopotutto, sono solo dilettanti di successo. La Murgia ha alle spalle 70 anni di comunismo Italiano su cui costruire. E quindi sa come si fa. No, non c’è alcun risveglio. Tutti, TUTTI sono potenzialmente fascisti. Non esistono rimedi o assoluzioni. Io, voi, persino lei: tutti colpevoli in potenza. Quindi, quando un qualche tribunale improvvisato ti dichiarerà nemico del popolo, la sentenza sarà sempre corretta. E mai sorprendente.
Il risultato del test, ovviamente, è stato l’esatto contrario del previsto. Migliaia di condivisione dei risultati, con gara a chi faceva di più. Del giudizio morale della Murgia pare non fregare nulla a nessuno. Fioccano numeri vicini alle tre cifre come medaglie al valore per le Battaglia di El Alamein o Guadalajara. In questo paese, diceva Flajano, non precisamente un camerata, esistono due fascismi: il fascismo e l’antifascismo. Poi esiste Michela. Ed andiamo fuori scala, verso un empireo disconnesso dalla realtà dove il surrealismo brilla eterno e sereno, incurante dei disastri che avvengono più in basso. Dove si muovono degli esseri repellenti e intrinsecamente fascisti. Noi. Tutti noi.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,