Capitan Romagnoli! Il Milan vince di cuore anche ad Udine.

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Udinese-Milan 0-1

Ancora lui, ancora Romagnoli, ancora il capitano, ancora all’ultimo secondo.
Il bomber che non ti aspetti. Come contro il Genoa il Milan vince all’ultimo secondo grazie al sinistro di Alessio Romagnoli. Colui che quest’estate firmò il rinnovo di contratto col Milan in piena burrasca societaria, estromesso ingiustamente dalle coppe europee e con una proprietà che si stava sbriciolando prima dell’avvento di Elliott. I gradi di capitano se li era meritati e ora da capitano sta trascinando i suoi compagni, dimostrando che lui non molla mai fino all’ultimo secondo e la squadra in campo lo sente e lo segue. È un esempio per tutti il gol di Romagnoli, non solo perché si prende la responsabilità di calciare in porta l’ultima occasione della partita, ma perché è lui a crearla andando a pressare l’avversario fin oltre il centrocampo, sradicandogli il pallone in scivolata e correndo verso la porta per farsi trovare pronto. Possiamo dire che la fascia ha ritrovato un braccio degno di indossarla.

Il Milan ha dimostrato un cuore grande. Andare ad Udine con mezza squadra titolare in infermeria, perdere Higuain per infortunio dopo mezz’ora e giocare una partita maschia e gagliarda come aveva chiesto Gattuso, contro una squadra molto più fisica, prendendo botte per tutta la gara e non idietreggiando mai, è sintomo di grande cuore, grande grinta, grande unione, tutto ciò che si rimproverava al Milan di non avere. Tenendo la porta finalmente inviolata per la prima volta in stagione.
Tutti si sono presi le proprie responsabilità, capendo che c’era bisogno di dare qualcosa in più e questo alla fine ha pagato, portando la terza vittoria consecutiva in sette giorni.
Senza palleggiatori è impossibile comandare il gioco e allora il Diavolo fa di necessità virtù, accettando la gara sporca ma mantenendo un ritmo costante a differenza dell’Udinese che viaggia a ritmi elevatissimi nel primo tempo e paga dazio nel secondo, è qui che il Milan comincia a sfondare, alzando il ritmo e il baricentro aggredisce più alta l’Udinese e arriva spesso al tiro, fino all’apoteosi finale con esultanza folle sotto il settore ospiti.
Si è parlato tanto da inizio stagione della mentalità che il Diavolo deve costruire per raggiungere obiettivi importanti, qualche mattoncino aveva cominciato a posarlo contro le genovesi, Romagnoli ad Udine ha preso i gradi di capo mastro e ha fatto vedere come si fa a costruire questa mentalità.
Nelle prossime gare ci saranno Betis, Juve e Lazio, tre appuntamenti complicatissimi e potrà succedere di cadere, vista anche la situazione d’emergenza che il Milan si trova ad affrontare, la testa e il cuore delle ultime gare però dovranno rimanere, per continuare a posare un mattone sopra l’altro.

Analisi tattica.

Milan 4-4-2. Udinese 3-5-1-1.
Il primo tempo viaggia su ritmi molto elevati, l’Udinese corre molto e picchia duro, il Milan accetta la partita maschia ma tiene un ritmo più contenuto anche se alto. I rossoneri faticano nella costruzione del gioco, senza palleggiatori lo sviluppo della manovra passa spesso dagli esterni fino a quando Gattuso chiede la palla alta su Bakayoko e i compagni lottano sulle seconde palle.
L’Udinese prova ad andare velocemente in verticale ma il Milan non concede mai la profondità. Nel secondo tempo l’Udinese cala e il Milan alzando ritmo e baricentro aggredisce più alto i bianconeri che vanno in affanno. Questo porta a parecchi tiri dei rossoneri fino al gol finale.

Storica finale in Copa Libertadores. Ci sarà il Superclàsico Boca-River.

Il destino ha voluto così, per la prima volta nella storia della Copa Libertadores (la Champions League sudamericana) in finale si affronteranno Boca Juniors e River Plate, il derby di Buenos Aires, uno dei derby più affascinanti, più sentiti e più pericolosi del mondo. Xeneizes contro Millonarios non è una semplice partita, non è solo un derby di calcio, è una contrapposizione politica e ideologica, di classi sociali, di divisioni di un quartiere e di una città intera, in un Paese che vive una passione per il calcio sanguigna e insuperabile.
Andata il 10 novembre a La Bombonera, stadio del Boca. Ritorno il 24 novembre a El Monumental, stadio del River. Dopo anni di trasferte vietate il governo argentino ha deciso di concedere la possibilità ai tifosi di seguire la propria squadra in trasferta e c’è da scommetterci, l’atmosfera sarà surreale tra coreografie e tifo incandescente. Lo spettacolo è già iniziato. Questo sarà il derby dell’anno.

Andrea Mutti

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