L’assessore Majorino rilascia una intervista a Repubblica sul Welfare a Milano, parla di immigrati, prende ad esempio le soluzioni dei flussi migratori che Berlino ha adottato, espone un’idea di Milano sempre più multietnica e integrata che sia un faro contro la rinascita strisciante del razzismo. Idee valide per un’integrazione vera della moltitudine africana arrivata non se ne vedono, se non si fa cenno all’esperienza degli spazzini nei giardinetti. D’altronde anche il Sindaco Sala ammette che i tentativi d’inclusione operati dal PD sono falliti. Le buone intenzioni non hanno alcun riscontro nella realtà. Rimane quell’ideologia diffusa che prescinde dalla legittima sicurezza che i cittadini devono avere. E così i migranti clandestini o no si muovono con grande libertà, si impadroniscono dei territori più redditizi, si affiliano immediatamente alle gang spesso della stessa etnia per delinquere e, in qualche modo, fanno fesso chi si nutre di belle parole e speranze. Libero in un’inchiesta constata che in via Scaldasole tra Porta Genova e Ticinese, l’ufficio pro immigrati dove chiedere suggerimenti, vie percorribili anche per un lavoro, è praticamente sempre quasi deserto. Niente code, neppure un vociare diffuso eppure è lì che si dovrebbe essere indirizzati e assistiti. Anche con l’assistenza legale gratuita. La sede era stata pomposamente aperta nel 2015 e doveva essere la svolta epocale per un’accoglienza di integrazione. Ma l’ufficio oggi è un catastrofico flop. La verità è che l’immigrato con “cultura zero”, sempre secondo Sala, una volta sbarcato a Milano, diventa furbo, sa esattamente dove andare per spacciare o occupare abusivamente ed è questa l’integrazione pù facile e redditizia per sopravvivere. D’altronde la giustizia ha le maglie larghe, si può bighellonare nei parchi, fare qualche furto, aggredire chi ti intima l’osservasnza di una legge, mostrare muscoli e violenza. Perché una buona parte dovrebbe fare una trafila in un ufficio con la vaga speranza di ottenere qualcosa?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano