Un degrado galoppante che si manifesta ogni giorno in svariate forme, con evidenza plateale, senza soluzioni da parte dell’amministrazione. Le vittime sono i bambini spesso inconsapevoli, quasi sempre incapaci di reagire contro quel mondo di grandi che non vede, non si interessa. E se l’ascensore è rotto da un mese, il cuore dei bidelli aiuta i disabili, se il tetto crolla, si cambia aula, se si è rotta la caldaia, si tiene il cappotto, se…si potrebbero elencare all’infinito le magagne delle scuole milanesi che non corrispondono certo alla città smart di cui parla Sala. Inutile poi seguire le false ideologie di Milano Ristorazione, con i vermi nei piatti e gli esperimenti esotici: sono disavventure umilianti e improponibili. Ma l’ultima protesta riguarda la puzza che è indice di trasandatezza, di mancanza di volontà e, se vogliamo, di degrado assoluto. La puzza è fastidiosa, a volte insopportabile quando dai bagni inagibili si diffonde nei corridoi e nelle aule. La protesta di genitori e alunni delle elementari di via Dal Verme dell’istituto comprensivo Confalonieri è stata legittima e importante. «I bagni della scuola sono in condizioni indecenti», dicono i genitori a Libero. «Non vengono sempre puliti e quando viene fatto si usano stracci sporchi che poi servono per pulire anche altri ambienti, così l’odore malsano si diffonde». Inutile il ricorso alle autorità, da qui la protesta, Ma la formazione dei bambini è fondamentale ed inizia proprio nella scuola primaria dove il dialogo è un rapporto di fiducia. In nome di quell’apertura incondizionata nei confronti dei migranti, si sono formate sacche di prevalenza ad oggi irrisolte. «Delle 53 primarie dove viene superata la quota del 30% se ne contano addirittura 20 dove più della metà degli alunni è di cittadinanza non italiana», spiega il consigliere Sardone, «su tutte il caso emblematico della scuola di via Paravia a San Siro, dove gli stranieri sono l’83%. Una massiccia presenza di bambini immigrati la si trova anche nelle scuole di piazza Gasparri (72,5%), via Crespi (67,5%), via Russo (65%). Per quanto riguarda le scuole medie», continua la consigliera, «delle 28 dove viene superata la quota del 30% ne troviamo 8 dove oltre la metà degli alunni è straniera. Alla Vincenzo Russo l’81% di bambini sono immigrati, in via Giacosa il 70,5%, in via Crespi il 70%. Ovviamente si tratta sempre di scuole situate in periferia. San Siro, Comasina, via Padova, Corvetto: tutti quartieri dove l’italiano viene parlato poco anche per strada visto che le case popolari sono ormai pressoché abitate da soli stranieri». Ed è un esame della realtà che allontana l’auspicata idea di integrazione, affatica l’insegnamento, ritarda notevolmente l’apprendimento. Il Comune sta a guardare?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano