In principio dovevano essere mezzo milione di clandestini rimpatriati. Poi si è scoperto, dalle parole dello stesso Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che forse quel numero non aveva alcun reale fondamento. Il problema di quella cifra era che mancavano le coperture diplomatiche per farlo. Maddai? Chi lo avrebbe mai sospettato. Possiamo derubricare tutta la vicenda a semplice campagna elettorale. È già successo e continuerà a succedere. Ma ieri si sono toccate vette inesplorate di comicità. Stavolta sui soldi. Uno scontro tra titani tra il Capitano e Majorino su una vicenda tipicamente Italiana: chi vuole tornare a casa non può farlo. I fatti, come narrati dall’assessore:
Il Comune di Milano da più di un anno si occupa di rimpatri volontari assistiti. Cioè di aiutare i migranti che vogliono tornare nei loro Paesi d’origine a poterlo fare, sostenendo i progetti di reinsediamento.
Nei primi mesi del 2018 abbiamo confermato il trend di crescita del numero di persone che hanno richiesto il servizio, in continuità con l’ultima parte del 2017.
A tal fine abbiamo anche sottoscritto una convenzione senza oneri per l’Amministrazione con un ente (AVSI) proprio per aumentare e migliorare i progetti di integrazione nei paesi terzi.
Tale trend ha visto una significativa riduzione ed oggi una interruzione dovuta all’impossibilità di procedere con le partenze già autorizzate dalla Questura di Milano in assenza di finanziamento da parte dello Stato.
A quanto ci è dato sapere il numero di partenze previste e finanziate per il 2018 è stato diminuito nei mesi scorsi dai 1500 previsti a 900. Tale numero a livello nazionale è già stato raggiunto poco dopo l’estate ed oggi non vi sarebbero le risorse per portare a conclusione le ulteriori richieste già presentate.
A Milano in questo momento ci risulta ci siano sul tavolo 59 richieste di ritorno volontario già autorizzate dalla Questura che non possono realizzarsi.
Cioè: 59 persone vogliono partire e non possono farlo e per molti di più la cosa si ripeterà nei prossimi mesi.
Segue coda polemica nella quale non voglio addentrarmi. Salvini afferma che sia solo un intoppo burocratico. Ed ha probabilmente ragione. Solo che questa motivazione ha un po’ il sapore della beffa. Sapevamo anche prima che, soprattutto dopo la creazione di Anac, ormai fare qualsiasi cosa in questo paese sia pressoché impossibile. Solo che adesso al Governo c’è lui e le soluzioni le dovrebbe proporre il suo partito. De Corato ricorda che ci sono 50 mila irregolari da rimpatriare. Vero. Ma se non riesco a rispedirne a casa 59 che vogliono andarci spontaneamente, 50 mila che si difenderanno in tribunale come li sposto?
Li carico a forza in aereo, dirà qualcuno. Concordo pienamente. Ma gli aerei non viaggiano gratis. Gli agenti costano. Qui tutti concordano su un punto, Salvini incluso: mancano i soldi. E, per di più, io sono d’accordo col ministro che non manchino per cattiva volontà. Ma perché si sono presi tardi col bando. In sostanza, non manca la volontà, solo la capacità. Il marchio di fabbrica di un governo nato pieno di buone intenzioni, ma senza quei partiti moderati e pieni di competenze per realizzarle.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,