Milano 28 novembre – La “quota cento” si farà probabilmente ad aprile: il governo valuta la possibilità di ulteriori modifiche alla proposta, per evitare polemiche e lo scontro con l’Europa. L’ultima novità della riforma pensionistica riguarderebbe l’inserimento di un “disincentivo rafforzato, cioè chi, da aprile, andrà in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi non potrà più cumulare l’assegno dell’Inps con altre forme di reddito. La clausola è per i pensionati che continuano a svolgere attività lavorativa, stabilmente o con prestazioni temporanee. Il periodo considerato a questa restrizione sarà di cinque anni, ma si restringerà proporzionalmente all’età del pensionato fino ad azzerarsi per coloro che andranno in pensione a 67 anni.
Ciò permette all’esecutivo di restringere la platea dei potenziali richiedenti. Si pensa infatti che il numero dei candidati calerebbe fino a 260-270 mila, e il risparmio sarebbe di un quarto di quei 6,7miliardi previsti in finanziaria per cambiare la legge Fornero.
A rallentare la “quota cento” sarà l’istituzione di un sistema di “finestre mobili”. Nello specifico, ai quotisti del settore privato, il primo assegno arriverà con tre mesi di ritardo, mentre per quelli del settore pubblico l’attesa sarà lunga ben sei mesi. I lavoratori della scuola non vedranno un euro della loro “nuova” pensione, prima di settembre.
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