Gli invisibili viaggiano con le loro poche cose, nel silenzio di un disagio e di un’emarginazione che non conosce attenzione. Sono i clochard che partono sull’ultimo treno regionale da Milano Centrale alle 23:18 per arrivare a Torino all’una passata.- Attraversano il mistero di una notte fredda e buia, le terre di una sconfinata pianura, si rannicchiano tra i sedili e sognano forse un domani felice. In un’Italia di chi fa per sé fa per tre, il viaggio diventa la dimensione del caldo e della tranquillità. Ed ogni sera la “presa” dei vagoni è quasi un’avventura e la notte il sonno ristoratore. Chi volesse interpretare il senso di quell’andare, dovrebbe rifugiarsi nella praticità di un abbandono. Cronaca qui racconta “una giovane controllore dalla faccia pulita e sorridente, non ancora segnata dalla sfinimento di un lavoro faticoso e logorante, li guarda e passa oltre. Intimorita, forse, da una possibile reazione non pacifica”. Gli invisibili sono salvi, praticamente sempre: chi oserebbe disturbare la loro Povertà?
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