Il 3 dicembre si rinnova l’appuntamento annuale per celebrare la nascita della Fondazione Asilo Mariuccia che negli anni ha realizzato un modello unico di aiuto alle mamme con
bambini o minori in difficoltà. Uno dei fiori all’occhiello della Fondazione Asilo Mariuccia è l’importante “rete di lavoro” che ha nel tempo costruito attorno a sé per creare sinergie e progetti concreti di aiuto con Croce Rossa, Società Umanitaria, City Angels, Pane Quotidiano, Fondazione Don Gnocchi e da quest’anno l’Istituto dei ciechi di Milano.
Durante la serata del 3 dicembre l’Asilo Mariuccia assegnerà il Premio 2018 all’Arcivescovo di Milano Mario Delpini. Infine, verrà presentato il Calendario 2019 dedicato alla Costituzione Italiana con illustrazioni di Fabio Sironi
L’ASILO MARIUCCIA IN BREVE
La Fondazione Asilo Mariuccia Onlus è stata costituita nel 1902 a Milano da Ersilia Bronzini, moglie di Luigi Majno, l’avvocato dei poveri, per ricordare la figlia più piccola, Mariuccia, morta l’anno prima. L’Asilo Mariuccia, coerentemente con il proprio nome (asilo come rifugio, non scuola per l’infanzia…), si è dedicato al ricovero e recupero delle minorenni vittime di violenza, con esperienze di vita “pericolose” o provenienti da ambito familiare a rischio con un programma educativo. Nel tempo l’Asilo Mariuccia è cresciuto con diverse tipologie di sostegno attraverso la nascita di Centri di Pronto intervento e di Accoglienza per donne, madri con bambini e minorenni che devono essere allontanati dal nucleo familiare per dare ospitalità e costruire un percorso educativo a chi è in difficoltà e alloggi per l’autonomia, per consentire a mamme con bimbi di intraprendere una
vita autonoma, seppure in regime protetto, e riprendere il loro percorso di crescita mamma-figli.
FATTORI DISTINTIVI DEL MODELLO ASILO MARIUCCIA
Il Modello Asilo Mariuccia consolidato nella secolare esperienza, si fonda su sette elementi distintivi: 1. la relazione educativa come strumento riparativo delle esperienze traumatiche vissute dalle mamme, dai bambini e dai minori in genere 2. personale educativo qualificato e formato per la specifica presa in carico dei minori, anche vittime di
violenza 3. la quotidianità che cura: i nostri educatori sono presenti 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno 4. attenzione prioritaria alla tutela del minore, attraverso la presa in carico della coppia mamma – bambino nella convinzione morale di dover garantire ad entrambi ogni possibile supporto per il recupero e sostegno delle competenze genitoriali 5. anche lo spazio cura: i luoghi nei quali accogliamo i nostri ospiti devono essere familiari per comunicare attenzione e restituire dignità a chi si trova a viverli come “casa” 6. dedichiamo tante energie alla ricerca di formazione e lavoro come condizione indispensabile per la futura autonomia delle donne e dei giovani adulti 7. sperimentare attività ludiche e formative, importanti ma spesso non riconosciute come bisogno primario dei minori e delle mamme. La biblioteca, i musei, le mostre, i laboratori dedicati vengono promossi
con il doppio obiettivo: appassionare e stimolare i minori e far sperimentare alla mamme l’effetto benefico di queste attività sullo sviluppo globale dei loro figli. E con il tempo si è consolidata l’opera della Fondazione come ente socio assistenziale con vocazione alla formazione: accogliamo per dare speranza e un futuro concreto alle nostre assistite,
che trovano risposta immediata al bisogno di una casa e subito dopo iniziamo a costruire un percorso di assistenza anche psicologica e di accompagnamento al lavoro, partendo proprio dalla loro formazione. Il nostro motto è trasformare la sofferenza e disagio in dignità e lavoro. Nostro fiore all’occhiello è il laboratorio di Educazione al Lavoro: il 98% dei giovani a 18 anni ha già un lavoro, Un fattore concreto e reale di inclusione sociale e del reddito economico. Le mamme, invece, frequentano gratuitamente vari corsi presso gli istituti di formazione pubblici. Anche per loro le statistiche danno altissime percentuali di acquisizione del lavoro Crediamo, infatti, che non vi sia dignità senza lavoro e che aiutare concretamente le mamme a ritrovare questa dignità, contribuisca a restituire loro fiducia nel futuro. Negli anni abbiamo accolto oltre 5.500 tra mamme e minori. Consideriamo però che le giovani nel passato potevano permanere molti anni. Attualmente un giovane permane mediamente 3 anni, una mamma con bimbi, almeno due anni. Oggi sono accolti oltre centoventi mamme e bambini, e circa trenta minori, tutti accolti su richiesta degli Assistenti Sociali o su decreto del Tribunale per i Minorenni. Si aggiungono una quarantina di
cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.
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