Giornata universale dei Diritti Umani, difenderli è impegno di tutti

Attualità

Oggi si racconta con rinnovato impegno  la Storia di 70 anni fa, quando la Dichiarazione Universale dei diritti umani era un traguardo solenne di dignità, di libertà, di uguaglianza tra i popoli. Mai più guerre, si diceva. La vita è un diritto inalienabile, si diceva. La profezia di un mondo pacificato, di un rispetto reciproco, di una convivenza conquistata senza disparità è ancora un miraggio. Ma le direttive sono il sale di un programma di governo e sono le finalità da perseguire. Ma se guardo quel vecchio stanco, usurato dal tempo e dalla fatica…se leggo nei suoi gesti rassegnati i sintomi del vinto…se il mondo esterno gli è estraneo, dove è la dignità nel quotidiano della povertà? E se osservo questa città malata di stupri, di rapine, caotica e senza decoro…e se guardo i movimenti timorosi dei tanti che hanno paura, dove è la libertà personale e di movimento? E se penso alle contraddizioni di una città a due velocità che dimentica i più fragili, dove è l’uguaglianza? Eppure sono diritti. Nella consuetudine di tener presente i numeri e le situazioni macroscopiche nel mondo dove, è vero, l’orrore della guerra, della fame, della povertà assoluta sono presenti, si dimentica la profonda ingiustizia sociale in Italia, a Milano. La politica dovrebbe gestire, appianare, creare occasioni. Dice Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italiaa ““Chi ha l’autorità e il potere di migliorare la vita dei cittadini, ha deciso che questo, oggi, non è più la priorità – conclude Gianni Rufini – E quando la politica non è più in grado di fare, è la società civile che deve riprendere l’iniziativa e dettare l’agenda. Lo ha già fatto tante volte, cancellando la segregazione razziale in America nel 1963, demolendo il Muro di Berlino nel 1989, abolendo l’apartheid in Sudafrica nel 1994, creando la Corte penale internazionale nel 1998, facendo cancellare il debito estero dei paesi più poveri nel 2000, imponendo l’accordo sul clima di Parigi del 2015 e vincendo centinaia di altre battaglie di civiltà. E tutte le volte, sollevandosi fondamentalmente contro l’opportunismo, la debolezza morale e l’impotenza dell’establishment e della Politica”

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