I giornali, compreso quello che dovrebbe essere il migliore e più letto, oggi titolano: 120mila euro in regalo dal mercatino di Natale al Duomo, serviranno ai restauri. Eppure se non ricordiamo male, prima di Pisapia il Comune pagava mezzo milione di euro all’anno per i restauri delle guglie, sostituiti poi dal contributo versato proprio dai mercatini di Natale. L’operazione era stata pensata per risparmiare soldi pubblici sostituendoli con quelli privati. Mezzo milione, chiaro? Però non erano i mercatini organizzati da un’eminenza grigia della Confcommercio, la stessa che definì il mezzo milione “una mazzetta al Duomo”. Un attacco durissimo che convinse il Comune a rivedere il bando e abbassando il contributo di 380mila euro. Quindi sembra poco un regalo questa iniziativa, visto che quei soldi diventano un margine per gli organizzatori e non per i restauri del Duomo. La storia è verificabile facilmente grazie ai documenti pubblici che chiunque può reperire, ma nessun giornalista si è sprecato in questa operazione. Forse perchè le inserzioni di Confcommercio non mancano mai, forse perchè l’abitudine di approfondire e notizie è passata di moda. Ma era davvero necessario parlare di regalo al Duomo quando il regalo è a chi organizza le bancarelle?
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