Un mercatino di Natale, spaccio dove il profumo di frittelle, la giovialità degli ambulanti sfidano il freddo polare con leccornie, abiti vintage, regali vari. Siamo a Natale, bellezza e tutto è ammesso. La zona è popolare, i bambini si incantano, il valore della merce venduta ricalca quello di una festa di via. Normalità assoluta, ma una bancarella presumibilmente ligure offre la focaccia con il formaggio ancora filante e profumata e, per chi ne acquista tre, c’è un chilo di pane in omaggio. Pane, un simbolo di prima necessità, la risposta semplice alla fame, il trionfo della condivisione di una povertà dignitosa. Regalare il pane e la purezza di un gesto che non ha bisogno di parole ma ricorda la rinascita dopo la guerra e sembra impossibile che venga contaminato. Ma a Milano anche una panetteria può essere chiusa dalla questura perché luogo di ritrovo di spacciatori. E ricordo la narrazione del Corriere “Gli episodi accaduti nel locale, accertati dagli agenti del commissariato Garibaldi-Venezia, per la loro gravità, hanno reso necessario il provvedimento. Per esempio, a gennaio erano stati arrestati, seduti a un tavolino, tre avventori che avevano tentato di liberarsi di involucri contenenti cocaina e avevano eroina in uno zaino. A febbraio agenti in borghese avevano arrestato in flagrante uno spacciatore di cocaina e un avventore che vendeva marijuana nei pressi della panetteria. Ad aprile, controllando cinque avventori all’esterno del locale, era risultato che quattro avevano precedenti per droga, e uno era in possesso di marijuana. Sempre a marzo, uno spacciatore cliente abituale è stato visto occultare marijuana sotto la ruota di un’auto poco distante dal locale: è stato arrestato tre volte, sempre nei dintorni, per lo stesso reato.”
La panetteria è in via Ugo Bassi.