Majorino suona la fanfara “Tutti in piazza con i sindaci ribelli contro il dl Sicurezza”

Milano

Salvini sì, Salvini no, ma la legge va rispettata. E su questo dogma non hanno ragion d’essere le ribellioni umorali dei vari sindaci e di Majorino al dl Sicurezza. Per opporsi legalmente ci sono le strade legali se vogliono a tutti i costi eleggere a valore assoluto il loro dissenso. Salvini sì, Salvini no, ma oggi c’è Salvini. Che può disturbare i mediatori diplomatici, i buonisti di professione, ma creare uno scontro istituzionale mi sembra esagerato. I sindaci disobbedienti, tutti di sinistra stanno con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha sospeso l’applicazione del dl, appoggiato da altre amministrazioni: Dario Nardella, Luigi De Magistris, Nicola Zingaretti, Mimmo Lucano e i sindaci di Pescara, Fiumicino e Reggio Calabria si sono detti “vicini” alla disobbedienza (in)civile di Orlando. Una bomba di prese di posizione che anche i costituzionalisti bocciano come illegale e rischiosa nelle possibili conseguenze. Ma in un partito allo sbando che si guarda in faccia per rinfrancarsi, la proposta di Majorino di scendere in piazza il 2 marzo è la manifestazione visiva di un’opposizione che sa solo lanciare slogan nelle strade. Con l’appoggio di Sala, Majorino diventa il protagonista con un twitter. “Le forme di opposizione alla Legge Salvini dovranno essere molte. Una strada è quella indicata da Orlando (giusta politicamente al di là del numero dei casi). Un’altra sarà quella di aiutare comunque chi finirà in strada. E Milano scenderà in piazza il 2 marzo”.  Per una città, Milano, che innalza a cittadino onorario un Mimmo Lucano, tutto è possibile, anche la gestione dubbia e “allegra” dell’immigrazione. E tanto per ricordare Lucano, indagato dalla Procura di Locri, è sospettato di associazione per delinquere, truffa, falso, concorso in corruzione, abuso d’ufficio e malversazione. Nel segno di una rabbia mai repressa, con il desiderio di tornare alla ribalta del potere, l’ideologia buonista inizia a suonare le sue fanfare stonate per la scelta del tempo e del modo.

 

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