Cesare Battisti, il terrorista rosso che a dicembre aveva fatto perdere le proprie tracce, è stato arrestato in Bolivia. Alle 17 (ora locale) del 12 gennaio è stato fermato mentre cercava di fuggire, a catturarlo una squadra speciale dell’Interpol, con agenti boliviani, italiani e brasiliani. Al momento dell’arresto Battisti, che aveva aveva barba e baffi, non era armato e non ha opposto resistenza.
Ora, dopo anni di latitanza, l’Italia aspetta giustizia, questo anche grazie alle promesse di Jair Bolsonaro, il nuovo presidente brasiliano che in campagna elettorale aveva assicurato il suo impegno per aprire le porte all’estradizione del terrorista dei Pac.
Un aereo del governo italiano con a bordo investigatori della Polizia oltre agli uomini dell’Aise – l’Agenzia d’intelligence che si occupa dell’estero – è già decollato per la Bolivia.
“Si tratta di un atto di giustizia nei confronti degli odiosi crimini del terrorismo, doveroso verso chi fu ucciso o ferito e verso i loro famigliari”, ora il lavoro continua affinché l’estradizione in Italia possa avvenire nei tempi più rapidi. Lo ha detto il ministro Esteri Enzo Moavero a proposito dell’arresto di Battisti.
E Lamberto Giannini, direttore centrale della Polizia di prevenzione: “È stata una indagine complessa, hanno collaborato moltissimo la Polizia boliviana che ha dato un contributo fondamentale, l’Interpol, la Polizia di prevenzione e la Digos di Milano. Ci sono degli accertamenti ancora in corso sulla rete di protezione di cui ha goduto. Sui dettagli non posso al momento darle dettagli, ma da diverso tempo il personale era lì, prima in Brasile e poi in Bolivia, ha fatto anche delle attività congiunte. Anche l’Aise ha contribuito alle operazioni della cattura”.
“Ci auguriamo che Cesare Battisti rientri nel nostro Paese al più presto. Giustizia è fatta nei confronti di un uomo che per troppi anni è sfuggito alla sua pena, potendo contare su una rete di protezione garantita dalla sinistra internazionale, sulle quale è bene che si indaghi. Un criminale che si è fatto beffe dell’Italia, degli italiani, delle vittime e delle loro famiglie. Il suo arresto è una bella notizia e lo dobbiamo al lavoro dei nostri investigatori, del team della Polizia di Stato, di tutte quelle persone che non si sono mai date per vinte. Questo non restituirà serenità alle famiglie delle vittime, non risarcirà il signor Alberto Torregiani, ma potrà restituire loro la possibilità di credere nella giustizia.” (Mara Carfagna Facebook)
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