L’inferno del primo maggio a Milano, per dire No Expo. La guerriglia violenta, armata, il balenare del fuoco, la distruzione improvvisa di una città inerme, l’astuzia fatta strategia. La paura. Il fiato sospeso im attesa di una fine che non arrivava mai. Perchè? Gli antagonisti, gli anarchici, i centri sociali uniti gridavano la loro forza, il loro No al sistema precostituito. Nell’aria quell’odore di sangue, di rivalsa, di potenza brutale che ricordava gli anni 70, quando la morte, gli espropri proletari erano strumenti politici giustificati dai tanti “eroi” di sinistra che oggi siedono nei salotti radical chic e vedono quel periodo terribile come un gioco. Perché meravigliarsi che un “Giocatore”, Cesare Battisti, della lotta armata marxista leninista venga difeso dalla gauche internazionale? Spiegava un saggio “La violenza, quando viene agita, sembra rivestire il principale veicolo di affermazione identitaria e coesione interna per le componenti più dure, in grado di sopperire, almeno temporaneamente, a carenze di ordine politico e organizzativo. Quanto tale dimensione sia rilevante nel fungere da elemento sostitutivo per far fronte a deficienze dal punto di vista politico è altresì emerso nel corso di alcune interviste a dei militanti dell’ala antagonista”.
I presupposti, le reazioni davanti alle forze dell’ordine, il ricorso alla violenza, hanno la stessa matrice spaventosa. “Qui non si tratta di soggetti politici, usano la violenza, lanciano le molotov e quindi vanno trattati come semplici criminali. La violenza, in un sistema democratico, non può essere usata come strumento politico. Per questo gli atti violenti divengono semplicemente espressione di criminalità che vanno represse nel rispetto della legge”. La richiesta di amnistia per un criminale come Battisti è vergognosa, ma la compiacenza, la tolleranza, a volte la complicità del potere di sinistra con i centri sociali, oggi, è inqualificabile. E Sala è stato eletto anche grazie ai voti dei Centri Sociali.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano