Piazza d’armi e l’incapacità di gestire la città

Milano

Il Comune non è in grado di gestire la propria programmazione urbanistica e il risultato è che gliene tolgono la responsabilità. La vicenda della vendita dell’area di Piazza d’Armi, a Milano, supera infatti i confini italiani e sbarca a Bruxelles. Comune, Regione Lombardia e Ministeri dell’ambiente, dell’economia e dei beni culturali riceveranno
presto una lettera firmata dal Parlamento europeo, nel quale si chiede di ascoltare le preoccupazioni dei cittadini che chiedono di preservare la natura e la biodiversità dell’area. Quindi i tanto odiati “burocrati di Bruxelles” diranno a Milano e alla Lombardia cosa fare con i 35 ettari di spazio verde nell’area degli ex magazzini militari di Baggio, la cui proprietà nel 2016 è passata al Ministero dell’economia, il quale l’ha messa in vendita dando la possibilità agli acquirenti di costruirvi nuovi edifici. Pisapia all’epoca non ebbe il coraggio di dire che su quel parco bisognava costruire e passò la patata bollente al Ministero. Il ministero non si cura dei singoli problemi e giustamente mise in vendita l’area. Ma Milano, già tagliatasi fuori da sola dalla partita, merita davvero di vedersi gestire la progettazione urbanistica dall’Unione europea? E se sì, cosa ci serve il sindaco Sala e i suoi assessori?

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