Egregio Console,
il Venezuela vive da anni una grave crisi economica, politica ed umanitaria. Con il collasso economico, insieme alla mancanza di libertà e del rispetto dei più elementari diritti civili e democratici, il 10 di gennaio scorso, data prevista dalla Costituzione venezuelana per l’insediamento del nuovo Presidente, si viene a creare, in base all’art. 233, un vuoto di rappresentanza della Presidenza della Repubblica, non essendo state svolte le elezioni del 2018, nel rispetto dei principi democratici e Costituzionali. Per questi motivi, e in rispondenza dell’art. 233 della Costituzione Venezuelana, la Presidenza della Repubblica, viene assunta ad Interim, dal Presidente del Parlamento, con il compito di indire nuove elezioni.
L’opposizione è rimasta la sola espressione legittima e il Parlamento l’unico organismo istituzionale eletto liberamente e costituzionalmente dai cittadini venezuelani; il fatto di aver dichiarato nei giorni scorsi “illegittimo” il Parlamento da parte del Tribunale supremo controllato dal presidente Maduro, ha rappresentato l’ultima scelta azzardata e scellerata del regime, con il rischio di portare il paese nel baratro e di andare incontro a un pesante conflitto civile.
Il Paese sudamericano, che negli anni Settanta risultava tra i più ricchi del mondo e ai vertici di tutte le statistiche mondiali, oggi è ridotto ad essere un Paese in cui un decimo della popolazione è scappato, il 90 per cento vive sotto i livelli di dignità, la maggior parte della popolazione vive sotto la soglia di povertà, senza assistenza sanitaria e medicinali, la maggioranza dei bambini non va più a scuola,mentre la produzione petrolifera, rimasta la sola risorsa economica del Paese, è scesa da 3 milioni di barili a 900.000;il regime venezuelano di Maduro ha gravemente limitato le libertà politiche del suo popolo e generato una crisi economica che ha portato a condizioni di miseria ormai insopportabili e diffusa in un paese dalle grandi potenzialità economiche.
La situazione che si è determinata in Venezuela, dopo anni di sistematiche violazioni delle libertà democratiche sotto il regime comunista di Chavez prima e di Maduro poi, è seguita con grande preoccupazione dalla comunità internazionale.
In questi ultimi anni sono intervenute numerose autorità internazionali, dall’Onu all’Organizzazione degli stati americani, dal Mercosur fino alla principale risorsa spirituale del Paese, la Chiesa cattolica e la Conferenza episcopale, che ha tentato di instaurare un dialogo nazionale tra il governo e l’opposizione, supportata dal Vaticano e dai mediatori internazionali, con l’obiettivo di trovare una via d’uscita dalla crisi; tutti tentativi falliti a causa della mancanza di serietà delle autorità venezuelane, che hanno cercato esclusivamente di guadagnare tempo e ritrovare un proprio riconoscimento internazionale.
L’UE, insieme ad altri organismi democratici, non ha riconosciuto né le elezioni presidenziali di Maduro, né quelle dell’Assemblea nazionale costituente, né le autorità insediatesi con tali processi illegittimi.
Grande è la preoccupazione che l’uso della forza e gli atti di violenza, compiuti in questi giorni dalle forze di sicurezza ai danni di cittadini venezuelani, che chiedono la restaurazione della legalità democratica, degeneri ulteriormente, con il pericolo di una vera guerra civile, inasprendo la repressione traducendosi in ulteriori e drammatiche esplosioni di violenza ai danni della popolazione.
Importanti paesi europei, quali Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Austria, Danimarca e Svezia, hanno riconosciuto Juan Guaidò quale legittimo presidente ad interim del Venezuela ed altri hanno deciso di farlo in assenza dell’immediata convocazione di nuove elezioni autenticamente libere e democratiche.
È necessario garantire il diritto del popolo venezuelano di decidere liberamente il proprio futuro e di scegliere democraticamente la guida politica del paese.
Non possiamo dimenticare, inoltre, che il Venezuela accoglie la terza comunità italiana in ordine di importanza in tutto il Sudamerica e che, se si calcolano anche i discendenti, tale comunità supera i due milioni di persone; ciò sollecita una particolare attenzione da parte dell’Italia all’evolversi della situazione, in riferimento alla sicurezza dei tanti cittadini italiani o di origine italiana che vivono nel paese sudamericano.
Per tutte queste ragioni, Forza Italia intende sostenere ogni iniziativa volta ad affermare la legittima espressione democratica del popolo venezuelano rappresentata dal Parlamento, e a ristabilire la democrazia in Venezuela, paese che soffre da troppo tempo una cattiva gestione socialista e una assenza dello stato di diritto.
Ci auguriamo che Maduro valuti la possibilità concreta di farsi da parte, aprendo così la strada ad un percorso elettorale con garanzie democratiche riconosciute a livello internazionale.
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