Il progetto Mm di riapertura Navigli non convince. Sala cerca fondi a Bruxelles

Fabrizio c'è Milano
Il dibattito sulla riapertura dei Navigli prevedeva che alle osservazioni dei cittadini facessero seguito le proposte progettuali di Mm. Ieri sono state presentate a Palazzo Marino da Sindaco e Assessori Granelli e Lipparini.
Le principali obiezioni non hanno trovato soluzioni. Per reindirizzare il traffico oggi pressante  in Via M. Gioia si è proposto di utilizzare vie limitrofe di calibro più piccolo e quindi non  adatte. Idem per la sosta.
La 94 non passerà più fra Sant’Ambrogio e San Babila. Il Policlinico rimarrà di difficile accesso.
Le risposte di MM sono volte a dimostrare una fantomatica navigabilità delle 5 vasche. Questo serve per poter chiedere eventuali finanziamenti europei.
Il risultato però è degno di Toninelli: una specie di battello sottomarino da cui non si vede nulla e che circola molto lentamente e mai in doppio senso, senza poter quindi svolgere servizi di trasporto o di turismo.
Il Sindaco ha fiutato l’aria e ha capito che la sala era divisa tra molti contrari e favorevoli ma solo alla riapertura integrale, mentre a nessuno piaceva il progetto di apertura parziale di Mm.
Così ha annunciato che andrà a Bruxelles a cercare il finanziamento dell’opera.
Dunque non essendo riuscito a trovare 150 milioni per il progetto parziale si mette alla ricerca di 500 milioni per l’apertura integrale: un modo elegante per dire che la riapertura dei navigli è rimandata a chissà quando.

2 thoughts on “Il progetto Mm di riapertura Navigli non convince. Sala cerca fondi a Bruxelles

  1. Eh caro Fabrizio,
    il guaio e’ che come ha dichiarato Sala proprio il 5, e come si e’ saputo dopo l’incontro con Violeta Bulc (commissario europeo per i trasporti – anche se non sembra!!), sembra che avranno il finanziamento da mezzo miliardo se inizieranno a presentare un progetto che apprezzi una sostanziale distruzione del sistema viario Milanese. In questo modo l’indice di “sostenibilita” (non so per chi..) della citta’ s’innalzerebbe e quindi ci sarebbe un pretesto per questa ennesima follia europea. E’ pazzesco: chi sarebbe preposto a tutelare i TRASPORTI, in realta’ lavora per creare le condizioni di immobilita’, favorendo la fuga di societa’ produttive dai confini di Milano e la loro sostituzione con temporary store, piadinerie e yogurterie, in un mercato che ne diventa sempre piu saturo.

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