Premessa: nessuno discute sui torti subiti da parte dei cugini d’Oltralpe. Nessuno si fa nemmeno illusioni sulla purezza di intenti di Macron. È in campagna elettorale pure lui, dopotutto. Il problema del conflitto con la Francia non sono nemmeno, in sé, le ripercussioni economiche: ci fosse un motivo reale dietro, si potrebbero pure affrontare. Alla radice il punto è che tutta la situazione è delirante. Abbiamo dichiarato una guerra diplomatica al nostro secondo partner commerciale, letteralmente, per nulla. Ovvero perché Di Battista e Di Maio, in perfetto stile turisti per caso sono andati a Parigi ad incontrare un movimento eversivo.
I due geni, peraltro, sono riusciti ad incontrarli nel momento di discesa nei consensi. E prendendosi pure le pernacchie di un folto gruppo di loro. E tutto questo, esattamente, perché? Cioè, se Di Maio fa la guerra mettendo a rischio la Nazione, sarebbe il caso che la Nazione avesse qualcosa da guadagnare. E noi, da tutto questo, cosa dovremmo porta a casa? No, perché all’Italia dei Gilet Gialli non frega assolutamente nulla. Mentre il bilancio di Alitalia, visto che la finanziamo noi, è un po’ più importante. E siccome AirFrance ci voleva mettere due dané magari tenersela buona non era un’idea così sbagliata, non credete?
Di Maio non lo crede. E così dritto per dritto contro Macron. Con le immancabili gaffe sulla millenaria democrazia di Parigi. Il resto d’Europa ovviamente se ne tiene ben fuori, per il momento, ma non crediamo che, in caso di escalation, non avremo contro tutti. Perché è questo il dato di sette mesi di Giallo Verdi: abbiamo perso gli alleati storici, senza guadagnarne alcuno. L’internazionale sovranista non è mai partita, soprattutto quando gli altri partner hanno realizzato che volevamo mangiare a spese loro. Visegrad si è fatta due conti: quelli che sbarcano in Italia non vanno da loro. La rotta Balcanica è stata chiusa coi soldi Franco-Tedeschi. Quindi meglio avere la Merkel per amica, che Giggino.
Quindi, al momento, siamo isolati. Ed essere isolati con una crescita di poco sopra lo zero e senza il paracadute di Draghi, significa aspettare di esporsi alla tempesta perfetta. E le nuvole, all’orizzonte, si vedono già. Il governo scommette tutto sugli 11 miliardi che riverserà nell’economia a Giugno. Ma sbaglia i conti: saranno molti meno. E, soprattutto, checché ne possano pensare Borghi e Bagnai, non ci sarà alcun moltiplicatore. Non si crea così la ricchezza. Ed alla fine non aiuteremo nemmeno chi sta male, ma chi è stato più furbo a sopravvivere di economia informale fino all’arrivo del sussidio.
Insomma, andiamo alla guerra disarmati, affamati e con un’alluvione alle viste. Non so proprio cosa potrebbe andare storto. E voi?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Non credo lei abbia ragione, per riconquistare una posizione di rilievo, il Governo deve scegliere partner migliori della Francia, in questi ultimi mesi del governo misto, si delinea una chiara apertura e socio mediazione economica con partner motlo più interessanti, Cina Russia e Stati Uniti, il nostro governo sta mediando tra questi colossi che non scambiano più tra di loro, procurando un vantaggio per il nostro export, mentre i francesi stanno solo scalando le nostre aziende. Secondo me si stasbagliando, intanto stiamo ancora subendo le perdite del governo precedente visto che come normative ancora quasi nulla è entrato a regime… vedremo