Una buona notizia per gli automobilisti del capoluogo lombardo. Una sentenza del giudice di Pace Rossella Barbaro, che si è pronunciata sul ricorso di un automobilista che era stato multato dall’autovelox di viale Fulvio Testi a Milano, può aprire un nuovo filone di ricorsi sulle multe per eccesso di velocità. La sentenza, infatti, ha specificato che non basta la semplice approvazione del Ministero dei Trasporti sui dispositivi per renderli legittimi.
IL RICORSO DI UN AUTOMOBILISTA
Tutto è nato dal ricorso di un automobilista che si è visto multare più volte in pochi giorni su Viale Fulvio Testi da uno dei numerosi autovelox fissi installati su molte arterie di Milano negli anni scorsi. Il ricorso presentato al giudice di Pace poneva una questione di principio sull’apparecchio utilizzato per rilevare la sua infrazione. Si tratta del famigerato T-Exspeed V 2.0, fabbricato e messo in commercio dall’azienda Kria, un autovelox molto diffuso sulle strade italiane. Questo dispositivo ha ottenuto un’approvazione da parte del Ministero dei Trasporti tramite un provvedimento ad hoc, ma non ha mai ricevuto un’omologazione ufficiale.
LA SENTENZA: NON BASTA L’APPROVAZIONE
La sentenza del giudice è arrivata quasi inaspettata. La dottoressa Barbaro, nel suo provvedimento, ha infatti specificato che per poter ritenere legittimo un autovelox non basta una semplice approvazione – seppur formale – da parte del Ministero, serve una vera e propria omologazione. Omologazione che è indispensabile nel caso si adoperino dispositivi fissi che possono fare le multe anche in assenza di un vigile. Una differenza sostanziale quella tra approvazione e omologazione che il giudice ha spiegato molto bene nella sua sentenza. Una confusione che è nata anche per le circolari sempre molto ambigue che il Ministero dei Trasporti ha diffuso e molti Comuni, tra i quali quello di Milano, hanno recepito in modo forse troppo frettoloso.
LA DIFFERENZA TRA OMOLOGAZIONE E APPROVAZIONE
Può sembrare un cavillo giudiziario ma in realtà la differenza tra approvazione e omologazione è netta. Il giudice Barbaro sostiene nella sua sentenza che mentre la prima è un semplice benestare che il Ministero concede, ad esempio, ad un particolare segnale stradale, alla variante di uno strumento, a un disegno, alla produzione e vendita di uno dispositivo che non necessita di omologazione, la seconda è una procedura molto più lunga e complessa che richiede ben definite garanzie di precisione per il dispositivo, prove su tutta la serie in produzione, durante la vendita e durante l’impiego.
LE CONSEGUENZE SULLE MULTE E SUGLI AUTOVELOX
Dopo la sentenza del giudice di Milano il quadro appare piuttosto nebuloso, soprattutto per gli enti pubblici che si affidano agli autovelox per rimpinguare le casse comunali. I nuovi ricorsi presentati dagli automobilisti dovranno tener conto di questo provvedimento (le multe già pagate invece non possono essere contestate) e tutti i dispositivi sul territorio nazionale dovranno essere omologati per essere legittimati a registrare la velocità dei veicoli e comminare le multe. (QNmotori)
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