Una coppia come tante. Non è dato sapere quale siano l’età, le letture, la professione degli interessati, ma si può desumere che certe funzioni vengano espletate, con un’intesa e un piacere per entrambi. Ma alla luce del sole, un tarlo insistente arrovella il pensiero della dama, che, evidentemente, nei lunghi chiacchiericci, nei salotti radical chic, espone l’evidente contraddizione comportamentale del suo uomo, “becero”, per tanti aspetti, ben lontano da quel dialogare degli eletti politicamente corretto a cui è abituata. E decide di far risolvere il dilemma ad un’autorità, il Direttore dell’Internazionale. E scrive ““Sono una vostra lettrice e trovo i vostri articoli sempre molto illuminanti”, scrive la donna che si firma solo con le iniziali: M.S. A Internazionale si rivolge per chiedere “un’illuminazione: “Il mio compagno e io stiamo insieme da sei anni. È raro che parliamo di attualità ma quando capita insorgono terribili discussioni, sul tema dei migranti poi è come parlare con Salvini! Il suo pensiero è povero, pieno di luoghi comuni e disinformazione. Sono terrorizzata. Non si informa, non legge i giornali, ma pretende di giudicare! Aspettiamo un figlio e sono preoccupata all’idea di doverlo crescere con un papà becero”. Piangere? Ridere? Tanta sicurezza che il pensiero comune sia l’unica verità è disarmante. Ed è terrificante poter giudicare una persona amata, con canoni così sprezzanti. Ma la risposta coinvolta e tranchant del Direttore è un inno alla ottusità del pensiero unico “«La questione che lei pone è importante e la risposta non è semplice. Se la spinta che avvertiamo è alla discordia, forse dovremmo rispondere cercando la concordia. Ma fin dove si può arrivare per ricomporre una frattura? Lei dovrebbe accettare il suo compagno e le sue opinioni? Oppure, al contrario, cercare di fargli cambiare idea e se necessario entrare in conflitto con lui? La separazione può essere un’opzione? Seminare l’odio e la discordia è, da sempre, uno dei modi per mantenere il potere e per controllare popoli e paesi divide et impera: politici come Matteo Salvini devono il loro successo a questa strategia. Le divisioni attraversano tutta una società, gli spazi pubblici, i luoghi di lavoro, sono spaccature che arrivano fin dentro le case, e spezzano – o rischiano di spezzare – legami anche forti». Salvini ha giudicato surreale la situazione, ma è diabolica la critica politica, elitaria, la convinzione di sparare giudizi, assurda la perdita di tempo.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano