Eroi illuminati dalla luce della generosità, in un’Italia buia di egoismi e paura

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Poteva essere una strage…”Morirete tutti” vomitava con rancore OusseynouSy, il ghigno di una vendetta premeditata «Aveva in mano una tanica e una pistola e si fermava ogni tanto per mettere la benzina su tutto il corridoio, non capivamo bene quello che succedeva, a un certo punto ci ha ritirato tutti i cellulari». Grida, paura, il terrore dell’irrazionalità. E improvvisamente scopri che può succedere a me, a te, a tutti. Per la superficialità e l’assenza di rigore programmatico nel trattare il tema dell’immigrazione. Sangue freddo e un pizzico di fortuna. Così Rahmi, uno dei 51 ragazzini sequestrati, ha evitato la strage «Mi sono liberato i polsi legati con le manette – ha raccontato Rahmi, 13 anni – facendomi anche un po’ male, ho raccolto senza farmi vedere dall’autista il telefonino che era caduto a terra a un mio compagno e ho dato l’allarme chiamando il 112».

I soccorsi sono scattati subito e sono stati efficaci, professionali. I colleghi esprimono ammirazione per l’efficiente e generoso lavoro in una lettera “Nel giorno in cui nasce la primavera festeggiamo cinquantuno bambini tornati a casa. Cinquantuno bambini, la primavera della vita. È stato tutto molto semplice, tutto come mille altre volte: una richiesta di soccorso, l’allerta della Centrale, l’intervento. È stato straordinario. Voi in pochi, di fronte a un autobus impazzito che vi speronava, a una minaccia terribile e mortale, alle fiamme che già divoravano le lamiere. Avete vinto. Nessuno si è fatto male, nemmeno chi di quell’orrore era stato l’artefice. Perché le vite si salvano tutte. Siete stati gli angeli della strada, i supereroi che volano fra i grattacieli proteggendo la metropoli, l’argine contro la follia. Noi in tanti, 110 mila, che di fronte a tanto abbiamo solo una parola. Grazie. Grazie per averci resi orgogliosi della nostra uniforme. Per aver ricordato chi sono i Carabinieri, che cosa fanno da più di due secoli. Sono quelli che corrono verso il pericolo laddove l’istinto umano è fuggirne. Quelli che vedono in ogni bambino un figlio, in ogni donna una sorella, in ogni anziano un genitore. Grazie perché domani sarete di nuovo sulla strada. Correndo alla prossima chiamata, pensando che in fondo non avete fatto che il vostro dovere”.

Sì, grazie, perché la commozione non sa dire altro.

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