Sì, Sala ha il tratto e il decisionismo personale del manager, del grande amministratore di condomini, o così pensa di se stesso, dell’utilità di usare la convenienza che gli sembra appropriata nell’occasione. Ha la vocazione del protagonista, del vincente e ignora infastidito leggi e regole che si frappongono al suo potere. Soprattutto nel suo inebriarsi della sua razionalità, non c’è spazio per l’umanità, le sue esigenze, le sue sfumature. Non rientrano nella sua stanza di comando dove bisogna avere le mani libere, imporre se necessario, eseguire se rientra nel suo quadro mentale. E gli altri, quelli che oppongono soluzioni legislative obbligatorie, capiranno. Importante è tenere la barra dritta che corrisponda al suo fare. La notizia data dall’Ansa è che “Giuseppe Sala, quando era ad e commissario di Expo, nell’affidamento senza gara, di una fornitura di 6mila alberi, parte del capitolo ‘verde’ dell’appalto per la Piastra dei Servizi, “ha agito in buona fede, confidando nella legittimità del proprio operato”. E’ scritto nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Appello ha confermato il proscioglimento dall’accusa di abuso di ufficio, già deciso dal gup, dell’attuale Sindaco di Milano sottolineando che l’indagine è nata da un audit interno depositato ai pm dallo stesso Sala.” Qualcuno dubitava che finisse diversamente? I giudici hanno interpretato le intenzioni, hanno giustificato con una pacca sulla spalla. E l’abuso d’ufficio non è più neanche una marachella, è stato autorizzato dal cda, si può archiviare quell’aggiudicazione diretta senza gara. Non ho elementi giuridici per fare opposizioni e mi affido alla sentenza, ma Milano pulsa di vita e di umanità. Non si può evitare di ascoltarla, non può tutto essere giustificato in nome della buona fede.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano