A volte viene da pensare che l’intelligenza di Sala (che senz’altro esiste) sia marginale e inutilizzata, quasi fosse una periferia monotona e sterile, a guardare l’altezza dei grattacieli, le visioni del verbo spero e pronunciasse “che meraviglia!”. Milano si affida alla genialità e all’operosità dei cittadini che sì scalano i grattacieli con una forza che diventa futuro. Chi può e chi sa, naturalmente. Ma se si progetta con il cemento, la soluzione provvisoria, senza una strategia integrata che preveda riqualificazione, bonifica, sicurezza, la città non è città e tantomeno città da citare come modello. Ma la responsabilità di quell’intelligenza inutilizzata dopo infinite promesse, dopo scelte diverse e discusse diventa anche inutile per i tanti che hanno creduto alle parole. E allora che Sala trionfante per Il Salone del Mobile che elettrizza il suo smisurato Ego, dica anche ieri che per le periferia “ci vorrà molto tempo”, non meraviglia. Che “il 90% dei casi il tema sulla sicurezza viene strumentalizzato” è una presa in giro, una volontà di non capire. A cui si aggiungono le dichiarazioni di Majorino, il genio del welfare “…soprattutto qua non può raccontarci le favole: la Lega è ad esempio la principale responsabile dei problemi presenti in alcuni quartieri di case popolari.” E allora cari “periferici, coraggio per sgomberare gli abusivi (Compresi i centri sociali), non c’è, i controlli sono un optional, i migranti più o meno clandestini, i pazzi che terrorizzano le strade, lo spaccio spesso nigeriano sono colpa della Lega. L’accoglienza indiscriminata, quella di Majorino, non può accogliere anche futuri criminali. Le periferie possono aspettare. I “periferici” no.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano