Quell’acqua che si rincorre, che fa capolino negli angoli e nei giardini con le fontanelle è la discrezione di una Milano simpatica, utile. Meglio glissare sulla manutenzione, anche se l’acqua è una vera ricchezza. Le fontane sono spesso firmate da grandi nomi, ripetono l’imponenza e l’austera bellezza della città, ma parlare di manutenzione e di valorizzazione è sempre più un’utopia con questa amministrazione. E’ notizia attuale che anche una fontana “simbolo” di Milano soffre per un degrado che, senza interventi, peggiora col tempo. Parlo della fontana visitatissima in Piazza Castello, che si è riempita di alghe e melma e, come se non bastasse, accoglie rifiuti gettati nella vasca dai tanti visitatori. Un biglietto da visita che, nei fatti, ancora una volta dovrebbe far arrossire chi celebra il modello Milano. I milanesi amano questa fontana che è punto di riferimento, “cosa milanese”. E’ evidente il disinteresse, l’indifferenza di Sala che, peraltro, ha già dimostrato quanto sia lontana l’osservazione e il fare conseguente. Diversamente non tollererebbe la marea di migranti che si lavano o si fanno la barba nella prima fontana incontrata. E il degrado delle fontane spesso melmose e ricettacoli di rifiuti, si arricchisce con uno spettacolo ambientale che insulta il buon gusto e il buon senso. Coltivare il bello a Milano è davvero difficile.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano