Era un cigno reale, fiero e immacolato. Gli sguardi accarezzavano l’eleganza, quel lento scivolare tra le onde del lago con l’abilità del dominatore. Il cigno guardava oltre l’orizzonte, conscio della sua bellezza che esponeva con orgoglio. Accanto una cigna devota e giocherellona, compagna fedele nei tramonti d’oro e nelle albe che promettevano tempo e colori. Passeggiavano insieme, amavano insieme, dividevano il tempo.
Dal 2003 avevano vissuto fianco a fianco. In quel periodo la femmina venne trasferita al lago di Fimon a Recoaro Terme e il piccolo specchio d’acqua ascoltò la vita della coppia.
Poi quel cigno imperiale morì: lo trovarono privo di vita venerdì scorso, riverso nell’acqua. Lei è morta di inedia qualche giorno dopo. ” A noi interessa capire in che modo è morto l’esemplare maschio. Il timore è che possa essere stato ucciso, nel qual caso presenteremo una denuncia verso ignoti” dice il sindaco di Recoaro Terme, Davide Branco. “Non vogliamo accusare nessuno senza esserne sicuri – prosegue – Il cigno potrebbe essersi ferito da solo, magari mettendo la testa nella ringhiera in ferro” Un dramma per la compagna. Una vita così spegne in pochi giorni la voglia di vivere sola e aspetta, senza toccare cibo, la stessa sorte. Sono morti entrambi, ma la vita tornerà in quel laghetto, con la magia dei figli. Non è una fiaba, ma è la vittoria dell’amore e della fiducia. Una boccata d’aria pulita in un mondo dove i sospetti giustificano le azioni, dove la violenza diventa odio, dove l’incomprensione è una regola di vita. Ed è un riportare l’uomo ad un valore vero, l’unico che merita coraggio e dedizione
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano