C’è una frase bellissima di Gianni De Michelis. Questa: «Sono passato dal pregiudizio negativo al pregiudizio positivo. Passava uno in motoretta e gridava: “Ladro! Ladro!”. Oggi la gente mi ferma per strada e mi dice: “Perché non tornate?”». De Michelis, il simbolo di una grande conoscenza politica in politica estera e insieme l’emblema di come Craxi e il craxismo di cui De Michelis è stato esponente non banale e non servile (non un nano, non una ballerina anche se gli piaceva ballare agitando il suo capello fluente), è morto dopo una malattia che da tempo lo fiaccava. (Il Messaggero)
La sua firma per l’Italia è sul trattato di Maastricht nel 1992. È stato poi segretario del Nuovo Psi dal 2001 al 2007. L’ultimo incarico elettivo è stato al Parlamento europeo, nella legislatura chiusa nel 2009. Nello stesso anno diventa consulente di Renato Brunetta, ministro per la Pubblica ammnistrazione nel governo Berlusconi.
“È morto Gianni De Michelis. È stato un grande ministro degli Esteri. L’Europa gli deve molto, la sua visione del ruolo dell’Italia nel mediterraneo e nei Balcani è tutt’oggi valida. Lasciate stare i capelli lunghi. Era un politico colto, coi fiocchi”, ha dichiarato l’ex segretario del Psi Riccardo Nencini. (Il Giornale)
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