“In un mondo in cui il disagio giovanile avanza in modo prepotente e spesso imprevedibile, è necessario che il mondo adulto si faccia promotore di interventi mirati e rispondenti ai reali bisogni.
L’emergenza disagio giovanile si può combattere solo proponendo interventi promozionali che sappiano dare nuova sostanza alla vita dei nostri cari giovani. Cari miei, anche in questi giorni mamme disperate che rischiano di impazzire, ci hanno chiesto di aiutarle e andare a prendere i loro figli al boschetto di #Rogoredo. Figli che continuano a peregrinare più volte al giorno verso quel santuario della distruzione. Stiamo vivendo un’epidemia di disperazione che ha dell’incredibile” Così scrive il volontario Simone Feder, con la sensibilità e la determinazione di chi assiste al degrado umano. 5 euro per vendersi e poter acquistare una dose di droga, al Boschetto di Rogoredo. 5 euro è il prezzo di una dignità negata, di una disperazione senza apparenti soluzioni. La disinvoltura con cui si regala un amplesso, a cielo aperto, con la velocità del desiderio di iniettarsi la droga, è la dimostrazione che non esistono più riserve. Un’inchiesta de “Il Giorno” giustamente narra il disagio dei residenti in via Boncompagni e Lacaita, gli sforzi per tenere al sicuro i bambini, gli esposti inascoltati, la marea di disperati che frequentano i luoghi, schiavi degli stupefacenti. E dalle 16 la scena è satura, gli zombi non si controllano, le siringhe sono in ogni anfratto. La situazione « ci ha cambiato la vita — chiariscono gli abitanti — a danno della nostra tranquillità e della convivenza civile. Chiediamo la chiusura di quest’area ma anche di effettuare accertamenti per valutare eventuali responsabilità penali«. Ma là, dove si consuma il commercio del proprio corpo per 5 euro, rimane lo squallore.
Anna Ferrari
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